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5 semplici modi per dedicare tempo ai progetti che ti appassionano

person checking phone at desk

Quando gli affari vanno a gonfie vele a volte i progetti personali passano in secondo piano. Ti spieghiamo come trovare più tempo da dedicare ai tuoi progetti creativi nella tua carriera di designer.

Gli ordini arrivano di continuo, il telefono non smette di squillare e l’inbox è pieno. Tutto positivo, no?

È fantastico avere tanto da fare, ma spesso un sovraccarico di lavoro può impedirti di dedicarti ai progetti personali che ti appassionano tanto, sia che si tratti di provare nuove tecniche o semplicemente di lavorare su qualcosa di molto creativo esclusivamente per piacere.

Fortunatamente, puoi dare la priorità ai tuoi clienti pur non trascurando il tuo lavoro personale. Ecco 5 modi semplici per fare spazio nella tua giornata per entrambe questa attività.

1. Ispirazione a portata di mano

Tieni d’occhio le tue fonti di ispirazione personale trasformando i canali social in piccole sorgenti di creatività gioiosa. Organizza un feed su Instagram, Pinterest, Reddit o in qualunque altra piattaforma che usi quotidianamente e inseriscici i contenuti che più stimolano la tua immaginazione. In questo modo, resterai in contatto con le cose che ti ispirano.

Seguire artisti e designer è utilissimo, ma perché limitarsi a questo? Potresti trarre ispirazione per il tuo prossimo capolavoro creativo da tante altre fonti: le citazioni di autori che ami, l’attualità, la moda e il design d’interni, i paesaggi o perfino dai cuccioli che dominano Instagram.

2. Prova il micro-apprendimento

Vuoi ampliare le tue conoscenze ma non hai tempo di studiare?  Ti capiamo. Che ne dici di un video tutorial da dieci minuti? O una presentazione TED da cinque minuti? L’apprendimento a piccole dosi non solo è comodo ma poiché la portata dell’attenzione umana si restringe sempre di più sembra che sia un metodo di apprendimento più efficace di quelli tradizionali.

Se hai poco tempo, devi sfruttare la massimo le tue attività. Per altri consigli su come seguire i progetti che ti appassionano oltre a svolgere il lavoro abituale, leggi la nostra guida sul lavoro dalle 6 alle 23.

3. Segui il ritmo

Il modo migliore per formare un’abitudine e inserire un’attività nella routine quotidiana è fare in modo di eseguirla anche quando c’è poco tempo. Ecco perché lo sviluppo di una pratica quotidiana focalizzata sul lavoro creativo  è un modo fantastico di mantenere viva l’energia con cui lavori ai progetti personali.

Scegli una pratica creativa che ti piace particolarmente come, ad esempio, il disegno, il modellismo o la grafica vettoriale, e inseriscila nella tua routine giornaliera. Anche se si tratta di una sessione breve, l’importante è farla regolarmente e alla stessa ora. Lifehack.org consiglia di ripetere la pratica ogni giorno per 30 giorni per trasformarla in un’abitudine.

4. Trova una comunità creativa

L’unione fa la forza, e questo è vero specialmente nel settore del design. Far parte di una comunità creativa può essere molto utile per coltivare al meglio i progetti personali, aumentando le sinergie e lo scambio di idee e competenze con altre persone.

Conduci delle ricerche online per vedere se ci sono gruppi che si incontrano regolarmente nella tua comunità locale. Oppure potresti sempre organizzarne uno tu, così potrai inserire nel tuo curriculum anche questa esperienza. Inoltre, puoi metterti in contatto online con altri professionisti del design tramite i gruppi online e i social network. I siti specializzati in design, come Behance, o le associazioni professionali, come Graphic Artists Guild, sono ottimi punti da cui iniziare.

Per ulteriori informazioni su come trovare altri creativi come te, leggi il nostro post su come entrare a far parte di corporazioni e associazioni.

5. Distingui il tuo brand personale da quello professionale

Se la tua specializzazione professionale è diversa dalla tua passione personale, puoi sfruttare al meglio questo fatto assegnando marchi separati alle tue attività, dimostrando così la tua versatilità. Questo ti consentirà di strutturare meglio il tempo da dedicare ai lavori personali.

Ad esempio, se nel tuo lavoro regolare ti occupi di creare infografiche o diagrammi per aziende ma la tua passione consiste nel realizzare illustrazioni coloratissime in stile psichedelico, assegna un marchio distinto alle due attività (anche per quanto riguarda siti, social media e portafogli online) e impegnati a dedicare un certo periodo di tempo a ognuna delle due attività.

Naturalmente, potrebbe essere vantaggioso includere i diversi stili nello stesso portafoglio per  dimostrare la tua versatilità, ma se i lavori che fai vanno in direzioni molto diverse, ti consigliamo di adottare dei brand distinti. Puoi sempre provare entrambi i metodi e vedere qual è il più adatto a te e ai tuoi clienti.

Hai un’agenda molto intensa? Dedica un po’ di tempo a ricaricare le batterie.

Quando si parla di immagini stock non si intendono solo le foto di persone in abito formale che si stringono la mano. Ti spieghiamo come trovare dei gioielli in un archivio di immagini e come fare in modo che riflettano il tuo marchio.

Con un occhio allenato e un po’ di abilità per la ricerca, una buona immagine di archivio può rivelarsi utilissima per il tuo progetto di design, facendo risparmiare te e i tuoi clienti, se l’alternativa è utilizzare un fotografo.

Sia che ti avvali di un sito di immagini stock sia che utilizzi immagini selezionate dal cliente, ti presentiamo i nostri suggerimenti per scegliere immagini d’archivio naturali, professionali e originali, evitando alcuni problemi ricorrenti.

 

1. Tieni d’occhio la concorrenza

Mettiti nei panni del tuo cliente quando cerchi un’immagine da usare e analizzala per controllare che non vi figurino prodotti o tecnologie dei concorrenti. Controlla anche che non contenga i colori del brand o forme e design riconoscibili di prodotti della concorrenza, anche se i loghi sono sfocati. Sì, stiamo proprio pensando a un certo marchio iconico che rappresenta un frutto color argento…

2. Resta in zona

Le immagini stock provengono da tutto il mondo, il che spiega la loro quantità e varietà, ma quando cerchi una foto per un cliente, verifica che il contenuto dell’immagine rispetti le regole e le abitudini del territorio di destinazione.

La valuta, ad esempio, è un elemento da considerare: non daresti a un cliente negli USA un’immagine con delle persone sedute in un locale con i prezzi in euro. Anche il tempo è importante: non scegliere le foto di una California assolata se lavori per un cliente ubicato nella nevosa Stoccolma.

Infine, se nella foto si vedono veicoli o insegne stradali, controlla da che lato vanno le auto e se hanno la guida a destra o a sinistra. Nella maggior parte dei paesi, le auto vanno a destra e il conducente è a sinistra, tranne che in Australia, India, Regno Unito e pochi altri luoghi.

Consiglio rapido: a volte un’unica immagine si può ritagliare in vari modi per ricavare una serie di immagini con colori e temi complementari. Questa è un’ottima soluzione per mantenere la continuità all’interno di un piccolo progetto.

3. Attenzione al brand

Molte aziende hanno delle regole precise riguardo alla rappresentazione del loro brand nelle immagini. Probabilmente hai avuto l’opportunità di consultarle e avrai visto esempi tratti dai loro siti e dai materiali cartacei.

A volte, però, ci sono anche delle regole non scritte, basate sulle preferenze individuali o sulle priorità strategiche dell’azienda. Se è possibile, cerca di fare una chiacchierata con un designer o un responsabile del brand che lavora in azienda per capire meglio lo quale stile preferiscono.

Alcune immagini stock sono state elaborate e hanno un aspetto molto filtrato e stilizzato, quindi ti consigliamo di chiedere al cliente prima di selezionarle. Se da un lato queste immagini seguono le tendenze di oggi (ciao, Instagram!), potrebbero non essere adatte al marchio del cliente, e anche se lo sono probabilmente ci sono delle regole sul colore della temperatura, la vignettatura e la saturazione.

4. Metti da parte le immagini scontate

Non serve che ti diciamo che le immagini troppo costruite non sono accattivanti. In generale, è meglio evitare foto con persone che guardano direttamente verso la fotocamera o con un’espressione del viso non collegata a quello che stanno facendo. Ad esempio, le famigerate “donne che ridono da sole con l’insalata”.

Consigliamo di trattare con cautela anche i cliché simbolici, cioè le immagini che sono state inscenate per illustrare un concetto astratto. Ad esempio, i segnali d’incrocio per indicare il fare delle scelte, il porcellino salvadanaio per indicare il risparmio, o l’uomo d’affari con il megafono per rappresentare il tema della comunicazione in azienda.

5. Fatti aiutare dalle parole chiave

C’è una tecnica speciale per trovare le immagini che vuoi in un grande archivio, e i termini di ricerca che usi possono davvero fare la differenza tra ore di ricerca e un processo decisionale rapido. Con l’uso di parole chiave multiple è più semplice restringere rapidamente la ricerca, oppure si possono escludere certe parole chiave.

Infine, quando inizi le tue ricerche, sfrutta al massimo i filtri del sito che contiene le immagini d’archivio. Nei maggiori siti, i filtri sono incredibilmente dettagliati, e consentono di scegliere l’orientamento dell’immagine, il rapporto dimensioni, il paese di origine o il numero di persone rappresentate.

6. Usa tutti i sensi per trovare delle immagini accattivanti

I segnali sensoriali e la texture sono importanti nelle immagini stock, sia che tu stia creando il flyer per un evento, una grafica per le email, una pagina web o un Biglietto da visita. Una calda coperta, un vaso di fiori freschi o una fetta di torta sono sempre percepiti positivamente. D’altra parte, le foto scattate in interni datati o scadenti, o che contengono oggetti sgradevoli potrebbero far sembrare inadatta un’immagine altrimenti accettabile.

Rapido suggerimento: scegli sempre la risoluzione più alta che ti puoi permettere. In questo modo, potrai scegliere se ingrandire e ritagliare l’immagine in tanti modi diversi, evitando il temuto look pixellato.

Per altri consigli intelligenti di fotografia, consulta la nostra guida a come fare splendide foto di prodotti.

Se non hai esperienza nel condurre i colloqui di lavoro, è normale che ci sia un po’ nervosismo da entrambi i lati del tavolo. Ecco come sfruttare al meglio questa prima importante conversazione con il tuo potenziale nuovo assunto.

Sia che ti stia preparando ad assumere il tuo primo collaboratore o i colloqui facciano parte di un nuovo ruolo da te assunto, la prima volta può essere un po’ problematica. Per fortuna, basta organizzarsi in anticipo per iniziare con il piede giusto.

1. Fissa in anticipo i tuoi obiettivi

Il colloquio rappresenta una piccola finestra sulla vita professionale di una persona. Quando la guardi devi sapere che cosa cerchi, e poiché non è possibile conoscere una persona in un’ora o meno, dovrai concentrarti su alcuni obiettivi specifici.

Oltre alla competenza e all’esperienza, di cui dovresti già avere un’idea tramite la domanda e il curriculum, devi cercare di individuare gli aspetti emotivi e sociali, che si possono esplorare solo con un incontro faccia a faccia.

Scrivi un elenco di cose che vuoi realizzare, da quelle più specifiche, come ”approfondire il progetto su cui ha lavorato riguardo a x”’, a quelle generiche, come “assicurarmi che sia adatto al team delle vendite.’

2. Inizia con delle domande basate sul curriculum

A questo punto hai già letto il cv, quindi conosci già più meno il percorso professionale del candidato. Il colloquio ti dà la possibilità di approfondire gli aspetti che più ti interessano e di porre domande per chiarire eventuali dubbi.

Questo tipo di domande, tipo “parlami un po’ di quando hai svolto il ruolo X”  sono utili per rompere il ghiaccio all’inizio del colloquio e mettere tutti a proprio agio. Se il candidato è rilassato, riuscirai a ricavarne il meglio e il colloquio sarà davvero utile.

Le domande sulle esperienze di lavoro possono aiutarti a valutare il livello di comprensione che la persona ha degli obiettivi di business della sua società attuale e di come il suo lavoro si inserisce in tale contesto. Tutto questo ti darà un’indicazione circa il grado di pensiero strategico e l’attitudine commerciale del candidato. Ad esempio, potresti chiedere: “Il tuo lavoro come aiuta la tua azienda ad anticipare la concorrenza?”

Scegli due o tre domande basate sul curriculum in modo da evitare di parlare di nuovo di ciò che già sai o di coprire argomenti non pertinenti al ruolo che offri.

3. Allinea le domande alla descrizione delle funzioni

Il candidato ha letto la descrizione delle funzioni e probabilmente ha preparato delle risposte relative a questo documento.

Come con il cv, il tuo obiettivo non è solo riassumere quello che è già scritto su carta, ma anche approfondire e sondare eventuali divari tra l’esperienza del candidato e ciò di cui hai bisogno tu. Ad esempio:

“Noi cerchiamo x, e ho notato che non hai esperienze dirette in questo campo. Puoi dirmi come affronteresti questa questione?”

Inoltre, parlando della descrizione delle mansioni il candidato ha la possibilità di porre a te delle domande riguardanti il lavoro che offri.

“Cosa ti attira di più della descrizione delle mansioni? Hai qualche domanda da fare su qualche aspetto specifico?”

4. Le domande basate sulla competenza

Le domande basate sulla competenza sono uno strumento molto utile e dato che sono molto diffuse, il candidato potrebbe essersi preparato delle risposte specifiche.

Chiedendo “parlami di quella volta che…”, consenti al candidato non solo di raccontarti la sua esperienza, ma anche di dimostrare come ha sfruttato le sue competenze in una situazione reale simile a quelle che si verificano nel tuo business.

Le domande basate sulla competenza possono inoltre aiutarti a conoscere meglio la personalità del candidato e il suo stile lavorativo. Ad esempio, quanto bene lavora in team, se lavora bene quando è sotto pressione o se preferisce affrontare sfide sempre nuove rispetto all’ordine e alla routine.

Ecco alcuni esempi di domande basate sulla competenza:

 

  • “Parlami di quella volta che…”
  • “Fammi un esempio…”
  • “Qual è la situazione più x in cui ti sei trovato?”
  • “Qual è stata la sfida maggiore nel tuo ruolo di x?”

 

Per il candidato può essere stressante rispondere a domande di questo tipo, quindi, a meno che tu non voglia metterlo sotto pressione, alternale con domande di altro tipo.

5. Nota il linguaggio non verbale

E’ quasi certo che ci sarà un certo nervosismo durante il colloquio, quindi il linguaggio del corpo del candidato potrebbe non essere quello standard. Tuttavia, vale la pena notare cose tipo:

  • Contatto visivo: il candidato ti guarda negli occhi? Questo è un aspetto molto importante, specialmente se il ruolo prevede il contatto diretto con clienti o fornitori.
  • Atteggiamento rilassato ma coinvolto: un linguaggio del corpo che denota apertura, e il fatto di inclinarsi leggermente verso l’interlocutore, è un segno molto positivo e indica che il candidato è interessato e ascolta in maniera attiva.
  • Prendere appunti: il candidato scrive delle note? Questo mostra che apprezza le informazioni che gli fornisci e ha un vero interesse.

Secondo The Balance, questo tipo di osservazione non deve limitarsi alla stanza dove si tiene il colloquio. E’ utile interpellare anche il  personale in reception o chi accoglie il candidato per capire l’impressione fatta. E’ sorridente e cordiale, mentre si registra?

6. Tieni la mente aperta

Sebbene sia importante seguire l’istinto, le decisioni che prendi quando si tratta di assumere una persona devono andare al di là delle preferenze personali. Stai facendo il colloquio per conto della tua azienda, per cui è importante che tu mantenga l’obiettività e ti concentri su ciò che il candidato può offrire al business.

Come spiega Talentlens, abbiamo tutti dei pregiudizi innati quando conosciamo persone nuove, e le impressioni iniziali nate da reazioni emotive o inconsce potrebbero distorcere l’intero colloquio.

Ecco perché raccomandiamo di invitare il candidato per una seconda chiacchierata con un’altra persona, dopo una prima fase positiva.  

7. Accertati che ci sia il “culture fit”

Se la tua azienda è nelle fasi iniziali di crescita, è importante iniziare a considerare quale sarà la cultura aziendale futura. Il primo dipendente lavorerà bene con le altre persone che entreranno in azienda? C’è corrispondenza tra i suoi valori e i valori del brand da te elaborati?

Riserva le domande sulla competenza al primo colloquio per determinare se il candidato è adatto al lavoro da svolgere. Se tutto va bene, organizza un secondo colloquio incentrato specificamente sulla cultura aziendale. Questo incontro può avvenire anche in un ambiente informale dove fare una chiacchierata con il candidato riguardo ai suoi interessi al di fuori del lavoro o per capire com’è il suo senso dell’umorismo, ad esempio. Quando le persone si sentono a loro agio, è più facile stabilire se si inseriranno bene nel tuo team.

Dopo aver trovato il candidato ideale, perché non accoglierlo nel team offrendo una fantastica esperienza di onboarding?

Aiuta la tua azienda a porsi in evidenza come un ottimo posto in cui lavorare per attrarre, e assumere, le persone di maggiore talento per il tuo team.

Prima di tutto, cos’è l’employer brand?

In poche parole, l’employer brand indica la percezione che i potenziali candidati hanno della tua azienda come luogo di lavoro.

È un concetto strettamente legato all’esperienza dei dipendenti, ma l’employer branding riguarda anche la percezione dell’azienda all’esterno e non solo da parte di chi già ci lavora.

In qualità di datore di lavoro, godi di visibilità pubblica, il che significa che hai già un employer brand, ma se vuoi rafforzarlo devi analizzare quello che c’è già e utilizzarlo a tuo vantaggio.

Come differisce da un normale brand?

L’employer brand si inserisce nell’identità di brand complessiva a cui  è strettamente connesso, ma l’enfasi strategica è un po’ diversa.

Invece di focalizzare l’attenzione su chi all’esterno potrebbe fare affari con la tua azienda, si concentra sulle persone che potrebbero lavorare per te. In sintesi, il lavoro nella tua azienda è il prodotto e loro sono i clienti.

Per sviluppare l’employer brand devi migliorare e promuovere ciò che puoi offrire come datore di lavoro, dalla qualità della mensa ai benefit retributivi, all’equilibrio tra lavoro e vita privata di cui beneficiano i tuoi collaboratori.

Dove si esprime l’employer brand

Come il brand aziendale, anche l’employer brand tocca ogni aspetto della tua attività, ma ci sono alcuni momenti in cui può determinare la riuscita di un’assunzione, ed è qui che vale la pena concentrare gli sforzi.

L’employer brand è particolarmente importante:

Quando si scrivono gli annunci di lavoro

Assicurati che il tuo annuncio non sia solo un elenco di richieste e benefici, ma trasformalo in un esempio di come si lavora in azienda. Descrivi le gratificazioni lavorative di cui gode il tuo personale, il ritmo di lavoro e le dinamiche del team, per aiutare i candidati a immaginare com’è lavorare per te.

Puoi anche inserire alcuni particolari piccoli ma importanti, come il fatto di avere un ufficio luminoso, la varietà dei background dei collaboratori o eventi per il personale, come pranzi e giornate fuori sede. Se disponi di una guida al tone of voice aziendale, puoi aggiungere una sezione con dei consigli su come elaborare le offerte di lavoro e gli altri contenuti relativi all’employer brand.

Nell’elaborazione del procedimento di candidatura

Il procedimento di candidatura online deve essere il più semplice e agevole possibile. Se usi un modulo di domanda online, assicurati che non ci siano ostacoli alla UX come, ad esempio, domande obbligatorie e limiti al numero di caratteri, che potrebbero scoraggiare i candidati.


Se indichi il nome di una persona contattare per fare domande sulla posizione, fai in modo che questa persona sia disponibile e pronta a rispondere rapidamente a email e telefonate. In questo modo, i candidati vedranno che siete ben organizzati e facili da contattare.

Nella sezione “Lavora con noi” del sito

Questo è il fulcro dell’employer brand, da usare per espandere ciò che hai da offrire inserendo foto, video, testimonianze e casi studio.

Sui siti esterni

Registra la tua azienda sui siti per la ricerca di impiego come Glassdoor e LinkedIn, dove i candidati potranno trovare informazioni. La presenza sui siti esterni ti consentirà di rispondere a domande e recensioni.

Anche i canali social possono essere molto efficaci per potenziare l’employer brand. Ad esempio, postando aneddoti “dietro le scene”, le esperienze quotidiane del personale e informazioni anticipate sui posti di lavoro vacanti.

Durante i colloqui

Il colloquio di lavoro è fondamentale per l’employer brand, ed è forse la parte più memorabile per chi fa si candida a un posto di lavoro. Se ti dimostri amichevole e accogliente, fai seguire al colloquio il tuo feedback (anche se il candidato non è la persona giusta) e rispetti il tempo e gli sforzi del candidato, sarai molto apprezzato.

Se lo fai aspettare molto, annulli e riorganizzi più volte il colloquio e non rispondi alle email successive, l’employer brand ne risentirà negativamente.

Ricorda che anche chi ha non ottenuto il lavoro potrà influenzare il tuo employer brand, poiché è probabile che condivida le sue esperienze con amici, colleghi e agenzie di impiego, e tutto questo avrà un forte impatto su come è percepita la tua azienda.

Per un employer brand ottimale

Metti in primo piano i tuoi collaboratori

L’autenticità è cruciale quando si tratta di employer branding, e chi può descrivere la tua azienda meglio dei dipendenti attuali? Loro possono rappresentare la tua azienda sui social media, fornire testimonianze e storie per la sezione “Lavora con noi” del sito, e rispondere alle domande dei potenziali candidati (ad es., su una pagina delle domande o sui social.)

Cerca attivamente un riscontro

L’esperienza dei dipendenti o dei candidati, come quella dei clienti, migliora sulla base del feedback che si riceve. Dopo i colloqui, consigliamo di mandare ai candidati un breve questionario online sulla loro esperienza oppure di inserirlo nel processo di onboarding per i neoassunti.

Riconosci il tuo valore

Che cosa ti differenza dalle altre aziende? Conoscendo i tuoi punti di forza di datore di lavoro potrai sfruttarli al meglio, per rendere la tua offerta di impiego appetibile e originale.

Per ulteriori informazioni su come rendere la tua azienda un ottimo posto in cui lavorare, leggi la nostra guida a come sviluppare la cultura di brand

Il designer Luke Tonge ha parlato a MOO di come la sua ricerca di un lavoro significativo lo ha portato a organizzare il primo Birmingham Design Festival.

Luke Tonge descrive se stesso come un “designer grafico itinerante che lavora a Birmingham e ama i bermuda e i caratteri tipografici”. E’ cresciuto con una grande passione per il suo lavoro, nutrita dalla cultura popolare.

Ma quando si è affacciato al mondo del lavoro, non l’ha trovato “soddisfacente per l’anima”, e così, dopo aver curato progetti creativi in parallelo al suo impiego per una decina di anni, ha deciso di fare il grande salto e diventare freelance per fare lavori che lo soddisfacessero maggiormente. Questa iniziativa l’ha portato a fondare il primissimo Birmingham Design Festival, che ha venduto quasi 7.000 biglietti.

 

Luke ci ha parlato di come la ricerca di maggiore significato lo ha spinto a tentare cose nuove e della sfida che si è posto di portare centinaia di designer alla prima edizione di un festival nella regione del Midlands.

Come hai iniziato a fare grafica?

Faccio design da sempre e sono cresciuto con una forte ammirazione per un mix eterogeneo di stimoli visivi: i cartoni di Asterix, i film di Bill e Ted, la cultura di chi fa skateboard e BMX, il pop punk di Drive-Thru Records… Tutto questo mi ha spinto a diventare un grafico.

 

Dopo aver trovato il mio primo lavoro e aver accumulato esperienza nel settore, ho iniziato a occuparmi di progetti più creativi nel tempo libero. Per una decina d’anni ho lavorato per marchi internazionali in grandi agenzie e, allo stesso tempo, svolgevo lavori editoriali e di identità del brand per amici, enti caritatevoli e piccole imprese.

 

In questi dieci anni ho imparato tantissimo, ma ho anche capito che quei progetti paralleli non avrebbero mai compensato il senso di squilibrio che percepivo,  così mi sono licenziato per fare lavori più soddisfacenti.

  • the REC magazine
  • Luke Tonge design
  • Luke Tonge design work

Ora organizzi laboratori, tieni conferenze e offri servizi di consulenza alle imprese. Pensi sia importante restituire qualcosa alla comunità dei designer?

Non avevo pianificato di trovarmi in questa posizione in questa fase della mia carriera, ovvero di passare quasi tutto il tempo lavorando con altri designer. Ma è molto importante capire che cosa ti rende felice e quello che soddisfa me è insegnare, fare presentazioni e aiutare i giovani designer. Inoltre, quando posso mi occupo di pianificazione di eventi e faccio design.

 

So che è banale dire che un designer è il peggior cliente di se stesso e che spesso siamo troppo indaffarati per curare come si deve il nostro portafogli, ma credo che la generosità sia molto sottovalutata e mi piace pensare che qualche aspetto della mia personalità si rifletta nel modo in cui lavoro.

  • Luke Tonge Birmingham design festival
  • Birmingham design festival event program
  • BDF tote bags
  • BDF badges

Parlaci del tuo ruolo di co-fondatore del Birmingham Design Festival.

Ho la fortuna di far parte di un gruppo di creativi di Birmingham con tanta voglia di fare. Tra i leader del gruppo c’è il mio amico designer Dan Alcorn, che all’inizio del 2017 mi ha proposto l’idea di organizzare un Design Festival a Birmingham.

 

Dan aveva le idee chiare sul tipo di evento da organizzare, ovvero un festival esteso a tutta la città e incentrato sulla città stessa. Non ci è voluto molto a convincermi e così abbiamo unito energie, contatti e risorse creando un magnifico team di circa dieci tra amici e designer locali di grande talento per realizzare il progetto. Abbiamo parlato con tutti i fondatori e gli organizzatori di eventi che conoscevamo e loro ci hanno aiutato tantissimo, consentendoci di imparare dalle loro esperienze.

Come avete promosso il festival?

La promozione per noi era molto importante poiché sapevamo di dover riempire molte location e nessuno di noi aveva mai organizzato un evento di questa portata. Inoltre, ci preoccupava il fatto che non potesse esserci una forte domanda per un festival del design.

 

Abbiamo sfruttato ogni contatto e ogni strumento promozionale a nostra disposizione, dai post sui social media all’uso degli spazi pubblicitari esterni di Birmingham; dai Flyer, alle riviste e alle Cartoline.

 

Essendo noi un gruppo di designer che si rivolgeva a un pubblico molto esperto, era importante presentarsi bene e dimostrare la nostra creatività, quindi abbiamo chiesto a dei designer specializzati di lavorare sul nostro branding e sui materiali promozionali.

 

Era cruciale creare un brand efficace per il festival e abbiamo affidato ai designer  Ash O’Brien di Two of Us e Paul Felton di Common Curiosity, specializzati in brand identity, la realizzazione di una serie di marchi flessibili e fortemente radicati a Birmingham. Il risultato è stato una versione moderna della tradizione artigianale per cui è famosa questa città, con una serie di forme utilizzabili in svariate configurazioni.  

Come vi ha aiutato a lasciare un ricordo memorabile il fatto di avere dei biglietti da visita da distribuire?

Abbiamo avuto a che fare con numerosi venditori, relatori e designer, molti dei quali si sono complimentati con noi per la continuità delle presentazioni. Questo era un aspetto che potevamo usare a nostro vantaggio ed era altrettanto importante poter stabilire una connessione veloce con un Biglietto da visita.

 

Io uso MOO da molti anni: prima le MiniCard, e poi, più di recente, i Biglietti da visita Stampa a caldo oro, belli e piacevoli al tatto. Le reazioni sono molto positive e spesso i clienti scelgono il biglietto con il loro design preferito, realizzato grazie a Printfinity.

 

Ho usato le opere dell’artista Jim LePage, dato che esemplificano molti aspetti del mio lavoro, con i loro colori vivaci e le finiture piacevoli al tatto.

Com’è stato il primo festival e quale sarà il prossimo passo?

È stato grande e vivace, come avevamo sperato. Sono venuti a Birmingham quasi 100 relatori, e nel corso di quattro giorni abbiamo organizzato 95 presentazioni e più di 30 tra laboratori, mostre ed eventi.

 

Abbiamo attratto alcuni tra i nomi più importanti del settore, riuscendo ad avere un ottimo mix di relatori, cosa per noi fondamentale. Inoltre, abbiamo imparato molto. Grazie alla generosità dei nostri sponsor, quasi tutto il programma è stato gratuito. In giro ci sono conferenze sul design che escludono molti dei destinatari che ne trarrebbero vantaggio a causa dei prezzi troppo elevati, quindi ci fa piacere essere andati contro corrente, oltre ad avere messo in mostra alcuni degli edifici più belli ed eclettici di Birmingham.

 

Rifaremo il tutto in giugno 2019, con qualche leggero cambiamento. In particolare, intendiamo organizzare degli eventi in collaborazione con altri soggetti, che potranno beneficiare del nostro pubblico e dell’atmosfera del festival.

Fai conoscere i tuoi progetti con i Biglietti da visita personalizzati grazie a Printfinity

I consulenti non sono utili solo per le grandi aziende, ma possono aiutare anche le piccole imprese, ad esempio, quando si tratta di creare una base di competenze oppure di acquisire un vantaggio concorrenziale.

1. Sostegno specialistico alla dirigenza

Anche se sei alla testa della tua start-up, probabilmente sei alle prime armi rispetto ad altri dirigenti del settore, e dato che il tuo team fa riferimento a te per le informazioni, avvalersi di un consulente ti consente di avere un sostegno di alta qualità, quando ne hai bisogno.

I consulenti con anni di esperienza hanno già incontrato questioni simili a quelle che ti trovi ad affrontare tu, sia che si tratti di problematiche relative alle risorse umane, dell’espansione in un nuovo mercato o di trattare con i fornitori.

Ingaggiare un tutor esterno è diverso dallo sviluppare un rapporto di tutoraggio in modo organico, poiché il consulente è presente per un periodo limitato e non fa parte del team. Ma non si sa mai, con la persona giusta potrebbe anche crearsi un rapporto di collaborazione di quel tipo. In ogni caso, lavorare con un consulente è una grande opportunità di confrontarsi con qualcuno che conosce bene il settore che la tua piccola impresa sta esplorando.

2. Sviluppo di competenze specializzate

Ingaggia un esperto per insegnare al tuo personale come fare bene un’attività specifica: ad esempio, la gestione del tempo, i social media o l’intreccio dei cesti. Il punto è che, invitando un esperto, puoi accelerare l’apprendimento da parte dei tuoi collaboratori fino a farli diventare dei guru, anche se la tua attività è relativamente giovane.

Portando in azienda un consulente, potrai avvalerti di anni di esperienza senza dover pagare una retribuzione alta che potrebbe non rientrare nel budget. Inoltre, è una soluzione flessibile, in quanto puoi selezionare la competenza specifica che vuoi trasmettere al tuo team e poi, una volta raggiunto l’obiettivo, passare ad altro.

3. Un’altra prospettiva

Uno dei principali vantaggi dell’ingaggiare un consulente è il fatto che una persona esterna può analizzare i processi e le sfide del tuo business da un punto di vista oggettivo. Grazie alla sua esperienza e alla posizione esterna, infatti, il consulente è in grado di notare cose che a te potrebbero sfuggire, quando sei nel bel mezzo dell’azione.

Se usi i servizi di un consulente in questo modo, ti consigliamo di definire l’obiettivo da raggiungere, possibilmente in termini concreti di ROI. Rivolgendoti al consulente con obiettivi o sfide specifiche, infatti, vi consentirà di mettere a punto un piano insieme e concordare su dei risultati specifici. Ad esempio, un incremento delle vendite, un aumento della consapevolezza del marchio o processi logistici più efficienti in termini dei costi.

4. Audit e benchmark

A un nuovo punto di vista si accompagna anche una maggiore consapevolezza del mondo esterno all’azienda. Un consulente può aiutarti a valutare le prestazioni della tua azienda rispetto agli standard del settore e darti suggerimenti utili per diventare più concorrenziale e approfittare delle lacune nel mercato.

Ciò può avvenire tramite un periodo di osservazione seguito da una relazione con raccomandazioni, o con una collaborazione in cui il consulente ti aiuta a introdurre dei cambiamenti attraverso il loro lavoro quotidiano.

5. La scelta del consulente

Ok, i consulenti sono utili, ma come si fa a trovare quello giusto?

Quando si tratta di valutare i potenziali consulenti, è fondamentale prenderne in considerazione l’esperienza, la reputazione e le competenze. Grasshopper.com ha dei suggerimenti utili sugli aspetti pratici da considerare quando si passano al vaglio i candidati.

Ti consigliamo anche di considerare i tratti caratteriali che sono importanti per te e se la persona in questione si integra bene nella cultura della tua azienda. Prima di iniziare la ricerca, scopri la nostra opinione sulle caratteristiche di un bravo consulente.

Scopri altri consigli per le start-up nella nostra guida al branding per start-up