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Il galateo dei Biglietti da Visita nel mondo

People exchanging business cards

Con un Biglietto da Visita poco curato rischi una brutta figura all’estero. Leggi i nostri consigli sul galateo dei Biglietti da Visita e vai sul sicuro.

Siamo certi che tu abbia già creato Biglietti da Visita che non hanno bisogno di ulteriori presentazioni, ma hai pensato anche fuori dai nostri confini? Sicuramente vorrai evitare di commettere un passo falso che possa precluderti in partenza alcune possibilità di lavoro. Seguici in un giro del mondo e scopri tutti i nostri consigli sul galateo dei Biglietti da Visita.

Il galateo dei Biglietti da Visita in Asia

Il rispetto e la gerarchia giocano un ruolo cruciale in Asia, molto più che in West. Preparati a un giudizio spietato secondo il galateo dei Biglietti da Visita, che inizia dal modo in cui porti il tuo Biglietto da Visita e passa per come lo conservi. Ricordati sempre che i Biglietti da Visita non sono mai abbastanza, perché di solito ne devi dare uno a ogni persona in ufficio (o, in Giappone, a quasi tutte le persone che incontri). Non farti trovare senza una Custodia per Biglietti da Visita, perché nessun altro contenitore alternativo sarà ben visto.

Il galateo dei Biglietti da Visita in Cina

Il galateo del lavoro cinese si basa essenzialmente sugli sforzi che devi fare per comprendere e adattarti alla cultura locale. Per esempio, porgere un biglietto in inglese a un collega o superiore cinese potrebbe incrinare i vostri rapporti di lavoro. 

Quando traduci o fai tradurre in cinese, assicurati che il testo sia scritto correttamente. Il cinese semplificato è usato nella Cina continentale e a Singapore, mentre il cinese tradizionale a Hong Kong, Taiwan e Macao: presentare una versione tradotta con i caratteri errati è considerato un segno di irrispettoso.

Le informazioni fornite devono includere il tuo nome, il tuo titolo di lavoro e il tuo contatto. Puoi aggiungere anche qualche piccola informazione: se la tua azienda è la più grande in Italia oppure detiene qualche primato, fanne cenno, perché in Asia è considerato importante.

Per i Biglietti da Visita destinati alla Cina, usa un tocco di colore, meglio ancora se rosso, perché considerato di buon auspicio. MOO ti permette anche di inserire dettagli eleganti nell’opzione Biglietti da Visita Luxe, così puoi aggiungere un po’ di vivacità senza cambiare troppo il design.

People exchanging business cards

Il galateo dei Biglietti da Visita in Giappone

Sebbene la traduzione del Biglietto da Visita non sia fondamentale in Giappone come lo è in Cina, in tutto il paese c’è un’attenzione praticamente cerimoniale al galateo giapponese dei Biglietti da Visita. Assicurati di fornire un biglietto che tutti i tuoi colleghi possano leggere: meglio optare per un lato stampato in giapponese/inglese e uno in italiano. 

Quando porgi e ricevi il biglietto, devi farlo con due mani. Non è così insolito lasciare le mani tese verso l’altra persona anche dopo aver consegnato il biglietto. Lo scambio deve essere accompagnato da un inchino e da una presentazione a voce del tuo ruolo lavorativo. Inoltre, rileggi ad alta voce il nome scritto sul biglietto ricevuto, per rassicurare l’altra persona di non volerla dimenticare.

Il Biglietto da Visita ricevuto deve essere tenuto in bella vista, sopra la tua custodia, rivolto verso chi te lo ha appena consegnato o, nel caso siano tanti, appoggiati sulla scrivania seguendo l’ordine dei tuoi colleghi in ufficio, per aiutarti a ricordare i loro nomi.

Le buone maniere contano

Non importa se sei al 100esimo biglietto consegnato nello stesso giorno, devi mostrare lo stesso rispetto usato per il primo. Non pensare che sia solo uno tra tanti. Per esempio, tenere in bella vista un blocchetto intero o passarli come se fossero carte da gioco, magari più di uno insieme, può essere visto come un gesto molto scortese.

A tal proposito, il primo biglietto deve essere consegnato al collega più anziano e poi via di seguito, rispettando la gerarchia. I Biglietti da Visita possono essere scambiati quando ci si incontra: bisogna farlo in piedi e usare sempre le due mani, tenendo il lato tradotto verso l’alto. 

Il Biglietto da Visita rappresenta un’opportunità di affari, quindi quando ne ricevi uno prenditi un po’ di tempo per leggere e apprezzare il contenuto. Non metterlo via subito: inseriscilo con cura in una custodia oppure tienilo in bella vista sulla scrivania.

I Biglietti da Visita in India


Paese che vai, usanze che trovi: il galateo dei Biglietti da Visita cambia anche in India. Puoi portare con te un Biglietto da Visita in inglese, visto che la lingua viene parlata comunemente ed è adatta al mondo del lavoro, ma ricordati di consegnarlo sempre tenendolo nella mano destra. In più, aggiungi qualche informazione sui tuoi studi, perché il livello di istruzione è importante in India.

People holding 3 business cards

Il galateo dei Biglietti da Visita in Medioriente

Il galateo professionale negli EAU e in Medioriente è a metà tra Europa e Asia. Nello scambio conta meno il cerimoniale, ma è indicato avere un lato tradotto in arabo e uno in inglese o italiano. Come in Giappone, i Biglietti da Visita si scambiano comunemente tra colleghi, partner d’affari e persone incontrate durante il viaggio. Anche in questo caso, vanno consegnati sempre con la mano destra.

Non farti sorprendere dall’atmosfera rilassata durante le riunioni di lavoro, perché nel Medioriente viene vista come un’opportunità per stringere nuove amicizie personali, oltre che legami lavorativi.

MOO business card being handed

Il galateo dei Biglietti da Visita in Europa

Scambiare Biglietti da Visita in Europa non è molto diverso rispetto al resto dell’Occidente, come ad esempio Stati Uniti e Canada. Mentre noi italiani tendiamo a inserire anche informazioni sui titoli di studio, negli altri paesi europei emergono piccole differenze.

  • Diversamente da EAU e Asia, in Germania i Biglietti da Visita sono usati per veicolare informazioni preziose: le tue. Ecco perché non dovresti consegnarli a tutte le persone che incontri, ma solo a chi deve mettersi in contatto con te.
  • In Francia è preferibile utilizzare un Biglietto da Visita con un lato in italiano e uno in francese. Inoltre, il cognome dovrebbe essere in grassetto. 
  • In Gran Bretagna non ci sono tradizioni vere e proprie per i Biglietti da Visita. Lo scambio avviene sempre in modo molto disinvolto, senza grandi formalità, prima, durante o dopo l’incontro. Come forma di cortesia, meglio chiedere prima il biglietto dell’altra persona e solo dopo procedere porgendo il proprio.

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Sempre più persone stanno tornando a usare carta e penna. Ecco come trasformare un Notebook in un tesoro e migliorare la produttività.

L’abbiamo già detto e non ci stanchiamo di ripeterlo: imparare ad aumentare la produttività è sempre tempo ben speso, qualunque sia la tua professione.

Ci sono un’infinità di cose da sapere, dalle tecniche come il metodo Pomodoro ai trucchi psicologici come cambi di abitudinetrucchi per respingere le tentazioni. E se fossero un semplice Notebook e una penna a rivoluzionare il tuo modo di lavorare?

Il ritorno dell’analogico

Un numero sempre più crescente di persone sta dicendo addio alle app e ai dispositivi digitali per riabbracciare carta e penna. Dai Notebook di altissima qualità alla cancelleria, senza dimenticare il piacere di scrivere a mano, ci sono moltissimi motivi per scegliere di aggiungere un tocco vintage sulla scrivania grazie a un planner. 

Per prima cosa, dato che le nostre vite sono sempre più dominate dalla tecnologia, tornare all’analogico rappresenta un buon modo per staccare. Lavorare usando strumenti cartacei è perfetto per mettere in pratica un digital detox. Non c’è bisogno di controllare la batteria: puoi scrivere anche nel bel mezzo della notte. Ed è anche un ottimo modo per sfruttare meglio il tuo tempo, senza farti interrompere dalle notifiche o dalle tentazioni dei giochi online. 

Digital o carta? Pro e contro

Carta e penna hanno un fascino innegabile. Ma andranno bene anche per te? Per aiutarti a decidere, ecco alcune soluzioni per aumentare la produttività in modo analogico o digitale.

  • Spazio e capacità
    Un organizer digitale, come una app per fare liste o una Kanban board, non è limitato in termini di spazio. Puoi aggiungere tutti i progetti e le sezioni che vuoi, senza doverne comprare uno nuovo.
    Tuttavia, puoi scegliere una soluzione su carta nel formato che preferisci oppure avere più di un Quaderno. Se hai una passione per la cancelleria o ti piace collezionare penne e set, l’analogico vince sempre. (E poi, sapevi che puoi scegliere tra 6 colori per i Notebook Hardcover di MOO?)
  • Errori cancellabili
    Se fai un errore sul tuo smartphone, computer o su qualunque altro dispositivo, devi semplicemente cancellare e ripartire. Nessuno – nemmeno tu – ha bisogno di sapere cosa c’era prima.
    Su carta, invece, ci sono diversi modi per cancellare quello che hai fatto: puoi usare una gomma, nel caso tu abbia scritto in matita o penna cancellabili, oppure passare una riga sulle parole. Ma resta sempre una traccia del tuo errore. Non si tratta sempre di una cosa negativa, perché ci sono dei casi in cui potrebbe servirti. In più, è anche utile per imparare ad accettare le piccole imperfezioni.
  • Unicità
    Le informazioni digitali possono essere salvate, duplicate o messe nel cloud, per usarle su dispositivi diversi. Il tuo planner su carta è unico, ne esiste una sola copia, e quindi è più prezioso. Gli inconvenienti capitano (se tieni sempre una tazza di tè sulla scrivania ne sai qualcosa), quindi se usi un Notebook ti consigliamo di fotografare le pagine di tanto in tanto, per avere comunque un backup digitale.
  • Personalità
    Un planner cartaceo si trasforma in un mondo tutto tuo, creativo e personalizzato secondo i tuoi gusti. Ci sono moltissimi modi per esprimere chi sei, dalla scelta del formato al colore dell’inchiostro, senza dimenticare dei piccoli disegni o scritte. E poi c’è la scelta del Notebook, del tipo di carta che preferisci e del motivo a righe o a linee tratteggiate.
    Una app offre diverse possibilità di personalizzazione di layout o colore, ma non sarà mai così personale come un planner su carta.
  • Disponibilità
    Tenere un Notebook planner a portata di mano è un buon modo per ricordarti dei tuoi impegni e mantenere alta la produttività. È proprio lì sulla scrivania o in borsa, mentre una app o un software sono nascosti nel telefono o nel computer. In più, è più semplice avere una panoramica generale, basta scorrere le pagine e vedere dove hai iniziato: è persino un ottimo modo per continuare a motivarti.

5 consigli per pianificare la tua vita su carta

  1. Combina analogico e digitale

Abbiamo esplorato le differenze tra carta e strumenti digitali. Ma chi dice che devi scegliere tra l’uno o l’altro? Perché non prendi il meglio da entrambe le cose e trovi un sistema di organizzazione perfetto per te?
Per esempio, puoi puntare una sveglia sul telefono per ricordarti di aggiornare il tuo quaderno. Aggiungila nel tuo calendario quotidiano. Oppure puoi combinare una pratica app per fare liste al tuo Notebook planner. Si tratta di un’opzione perfetta quando hai la necessità di restare online, magari per memorizzare un link per la mappa di un tragitto o la wishlist di Amazon di un amico che sta per compiere gli anni.

Consiglio: usa un simbolo speciale sul tuo planner cartaceo per segnalare le cose che hai inserito anche in app, così hai sempre tutto sotto controllo.

  1. Innamorati del Bullet Journal

Il vantaggio dei Notebook planner è ancora più evidente se dai un’occhiata al trend del cosiddetto “Bullet Journaling” (#bujo). I fan di questo metodo, creato da Ryder Carroll, riempiono i blog e gli account Instagram con le foto dei loro quaderni, usando cancelleria ricercata e accessori speciali per dare vita a planner che sembrano veri capolavori.

Ti abbiamo già parlato del trend dei Quaderni in passato, ma questo è il momento giusto per esplorare a fondo il metodo del Bullet Journal. 

In cosa consiste un Bullet Journal

Il classico Bullet Journal inizia con una pagina dedicata all’indice, ovvero a una lista numerata dei contenuti del tuo Notebook. Seguono una serie di liste. Solitamente sono organizzate secondo periodi specifici, come mesi, settimane e giorni, ma puoi anche realizzare un registro personalizzato per progetti particolari o eventi, come la pianificazione delle nozze o di una vacanza.

Il linguaggio del Bullet Journal va sempre dritto al punto. Le annotazioni sono concise e rapide, grazie ad abbreviazioni. Diversamente da un’agenda classica, condensa tutto nel minor spazio e tempo possibile, così hai più tempo per lavorare. Secondo il sito Bullet Journal, questo metodo si chiama “Rapid Logging” e si fonda su 4 pilastri:

  1. a) Argomento
    Usa titoli brevi ed esplicativi per le pagine, come “Checklist Vacanze” o “Gennaio”. Ti consentono di organizzare meglio i tuoi pensieri e raggruppare le informazioni.
  2. b) Numeri delle pagine
    La numerazione delle pagine del Bullet Journal è importante perché rappresenta un indice perfetto per il tuo Notebook, così trovi tutto al volo e non perdi tempo. 
  3. c) Frasi brevi
    Diversamente da Notebook o Quaderni classici, un BuJo è pensato per risparmiare tempo. Ecco perché le frasi devono essere brevi e concise. Invece di “oggi devo portare il cane dal veterinario”, scrivi “veterinario”
  4. d) Liste
    Le liste sono il cuore del Bullet Journal. Per pianificare i tuoi progetti e le cose da fare, ci sono diverse opzioni.
  • I punti (.) indicano un’attività da compiere
  • I trattini (-) indicano le note
  • I cerchi (o) mostrano le attività ancora aperte
  • Le croci (x) indicano le attività concluse
  • Gli asterischi (*) indicano una priorità

Alla fine della giornata, della settimana o del mese, puoi scegliere se spostare le attività ancora aperte nella nuova pagina del tuo Notebook oppure se cancellarle. Così avrai lasciato una traccia che ti consentirà di pianificare meglio le attività future.

  1. Prova un nuovo stile per annotare

Non c’è dubbio, il Bullet Journal è lo strumento preferito del momento per aumentare la produttività. Ma non è l’unico mezzo analogico sul mercato, perché ci sono altre varianti, come il metodo Strikethru. Si tratta di un sistema interessante che ha qualcosa in comune con la Kanban board, una lista digitale che consiste nello spostare le attività da un punto all’altro.
Con il metodo Strikethru, il tuo Notebook si divide in 3 parti:

  • Lista “Live”
    La tua lista del momento, da tenere sulla prima pagina del Notebook. Ogni giorno riempi una pagina con le attività da fare, che poi provvederai a barrare come complete (da qui il nome).
  • Vault (attività in stand-by)
    La sezione centrale del Notebook, che contiene obiettivi a lungo termine che possono essere spostati nella lista Live quando è arrivato il momento di affrontarli.
  • Dump (le annotazioni rapide)
    La terza sezione del Notebook è dedicata alle annotazioni rapide, alle idee improvvise, ai numeri di telefono o persino agli scarabocchi. Se stai usando uno dei Notebook Hardcover MOO, le pagine colorate e più spesse nel centro sono perfette per questa sezione.

Puoi anche aggiungere una sezione per il calendario all’inizio o in fondo al tuo Notebook Strikethru per ricordarti sempre tutti gli eventi, i compleanni e le scadenze. E, ovviamente, nessuno ti vieta di personalizzare il metodo. Perché non unire quello che preferisci del Bullet Journal e dello Strikethru? Il Notebook è tuo e sei tu a decidere.

  1. Non dimenticarti di aggiornare il tuo planner

Una delle sfide più grandi dei Notebook da usare come planner consente nell’utilizzarli costantemente. 

Capita di iniziare con grande entusiasmo e di abbandonare poi il planner sullo scaffale. Ecco perché bisogna abituarsi a usarlo regolarmente. Solo così potrai ottenere il massimo, aumentando la tua produttività. 

Routine = abitudine

Inserire il planner cartaceo nella tua giornata significa farlo diventare parte della tua routine quotidiana. Possono essere dieci minuti al giorno. Puoi usare il tuo Notebook di mattina, mentre fai colazione, oppure prima di andare a dormire, per chiudere la giornata e organizzare le attività del giorno successivo. 

L’importante è scegliere l’orario perfetto per te, in cui hai la certezza di avere la giusta lucidità mentale e di non avere interruzioni esterne. 

Pile of hardcover notebooks with cloth cover in various colors

  1. Libera la creatività

Non devi essere un artista per trasformare il tuo Notebook e aumentare il suo potenziale produttivo. Ecco qualche semplice trucco per farlo diventare protagonista della tua scrivania.

  • Il metodo “Dutch Door”
    Impara a guardare due pagine alla volta. Il metodo “Dutch Door” consiste nel tagliare o piegare alcune delle pagine in modo da vedere anche quelle successive.
    Alcune persone creano delle Dutch Door orizzontali per fare in modo che la pagina settimanale o mensile sia sempre visibile, anche quando usi le pagine del giorno. Altri lo fanno in verticale, tagliando o piegando una pagina a metà dal centro, in modo che formi un inserto nella pagina settimanale o giornaliera.
  • Tasche
    Attacca all’interno del planner un cartoncino, incollandolo su tre lati con colla o washi tape per ottenere una pratica tasca. È ideale per inserire Biglietti da Visita, francobolli, coupon o scontrini. Per praticità, i Notebook MOO hanno già delle tasche incollabili incluse, così non hai bisogno di colla e forbici. 

Segnalibro
Trova subito la pagina che cerchi grazie ai segnalibri e risparmia tempo prezioso. Puoi usare il nastrino già presente nei Notebook MOO o attaccarne uno tu.

La carta è il tuo primo amore? Esplora la gamma di Notebook e Quaderni in tutti i colori e formati

Creare un’attività redditizia e di successo è una sfida entusiasmante: devi avere una visione chiara del marchio e capire perfettamente il prodotto che creerai, promuoverai e venderai.

Sarah, Direttore di Geo Heaven, ha trovato la sua nicchia: crea gioielli geometrici unici e bellissimi con la stampa 3D. Anche se l’idea della gioielleria geometrica non è nuova, il processo di stampa 3D lo è. Nel giro di 4 mesi, Sarah ha creato un prodotto, un marchio per il suo business e ora vende sia online che in alcuni negozi. Abbiamo fatto due chiacchiere con lei per scoprire come ha lanciato questo fantastico business fuori dall’orario lavorativo.

Spiegaci il tuo processo creativo: come arrivi al prodotto finale?

Sapevo di voler creare gioielli geometrici e sapevo di voler utilizzare la stampa 3D. Le persone sono attratte dalle forme geometriche perché fanno parte della natura. Con questo concetto in mente, sapevo di poter creare un prodotto senza tempo. Dato che uso la stampa 3D ho voluto creare strutture 3D. Mi piace moltissimo la struttura a filamenti, e le ombre che crea, e da lì è nata la mia prima collezione.

Creo tutti i design utilizzando un pacchetto CAD, mio marito è un programmatore e mi ha insegnato a usarlo, il che mi ha permesso di dare vita ai design che avevo in testa. C’è bisogno di molta matematica per creare simmetrie perfette. Dopo aver creato i prototipi iniziali ho iniziato ad esplorare tecniche di colore, fino a raggiungere i prodotti che ho adesso.

Come gestisci il tuo tempo essendo a capo di un’attività fuori dal tuo orario lavorativo tradizionale?

È difficile avere un lavoro a tempo pieno e gestire un’attività allo stesso tempo. Mi piacerebbe che questo business diventasse il mio lavoro! Passo la maggior parte delle sere lavorando sui gioielli; organizzo il mio tempo in base all’attività. A volte esco con gli amici, e se ricevo degli ordini, quando torno a casa sto in piedi e ci lavoro, così da poterli completare il giorno seguente. Se ci si mette impegno, è fattibile.

Come hai creato il tuo branding e perché credi che sia importante che i prodotti e il marchio abbiamo uno stile coerente?

Ci ho messo moltissimo tempo a creare una visione per il mio marchio. Quando l’ho lanciato, sapevo di volere un marchio coerente e mi erano stati dati molti consigli sull’importanza di avere un’identità solida. Volevo che ci fosse la parola “geometric” nel nome del marchio, e così è nato Geo Heaven.

I design sono stati creati dalla mia amica Steph che gestisce un’attività chiamata Donut Press; è un genio creativo. Ho creato una mood board di cose che mi ispiravano, Steph l’ha studiata e da lì ha creato il branding.

Credo che sia importantissimo che il branding rappresenti il prodotto, perché fa in modo che i clienti investano nel marchio. Ho pensato moltissimo alla tavolozza di colori: tutti i colori del branding fanno anche parte delle mie creazioni. Credo che ci si debba impegnare e si debba investire molto tempo nel branding per venire presi sul serio. Inizialmente ho provato a creare il mio logo da sola, ma non aveva nulla  a che fare con il prodotto. Sono contenta di aver scelto di affidare il design ad un professionista.

La stampa 3D è ancora relativamente nuova. Come promuovi il tuo prodotto e come sorpassi i dubbi e i sospetti della gente?

Molti non capiscono il processo di stampa 3D. Ci sono molte stampanti 3D che puoi comprare e tenere a casa, ma hanno un getto d’inchiostro a filamento, il che significa che gli strati sono abbastanza spessi, e quindi non molto adatti per la gioielleria, dato che non hanno una finitura liscia.

Io uso un processo chiamato sinterizzazione laser: c’è una base di polvere di nylon, su cui si sparano dei laser che fondono il nylon mentre s’indurisce. Sul mio sito c’è una sezione importante sul processo e sulle tecniche utilizzate per creare i gioielli. Nei pacchetti includo anche un depliant informativo che spiega ai clienti come è stato creato il pezzo che hanno acquistato. Lo apprezzano di più quando capiscono com’è stato creato!

A cosa t’ispiri per la tua gamma di gioielli?

M’ispiro a tutte le forme che vedo, che siano in 2D o 3D, un disegno su carta o un palazzo per strada. Questa collezione s’ispira senza dubbio ad un viaggio che ho fatto a Cracovia, in Polonia. Siamo andati al MOCAK, il museo d’arte moderna. C’era questa struttura geometrica gigante rosso brillante a cui si poteva camminare intorno… credo che mi abbia dato l’ispirazione per Geo Heaven.

Cosa fai per creare e promuovere il tuo marchio, e come usi i prodotti MOO?

Promuovo il marchio principalmete attraverso i social media, pubblicizzando il mio sito web e i negozi in cui vendono i miei prodotti su Facebook, Instagram e Twitter. Sta funzionando molto bene per me, alcuni negozi mi hanno contattato proprio così.

Ogni negozio che vende i miei prodotti ha un po’ dei miei Biglietti da Visita Luxe, in modo da poterli dare ai clienti; tutti fanno dei commenti positivi sulla loro qualità e sui bordi colorati. Uso anche gli Adesivi MOO per personalizzare borse e pacchetti. Ne metto alcuni anche sui contenitori dei gioielli quando li spedisco, mi piace l’idea che il mio marchio colpisca i clienti ancora prima di aprire il pacchetto.

Quali consigli daresti agli aspiranti gioiellieri per trasformare il loro hobby in un’attività?Prendi il tuo marchio sul serio: definisce la tua identità e la tua visione. Se non lo fai, gli altri non la capiranno.

I social media hanno molto potere, soprattutto per le piccole attività indipendenti, sono delle piattaforme fantastiche. Pensa bene a come vuoi che appaiano le tue pagine e cerca di essere coerente. Per esempio, a me piace utilizzare uno sfondo in cemento per tutte le fotografie dei prodotti. La gente passa più o meno 4 secondi sul tuo profilo prima di decidere se seguirti o meno, quindi devi catturare l’attenzione velocemente!

Per ultimo, cerca di investire nella qualità dei prodotti di marketing e promozione. Come ho già detto, io uso Biglietti da Visita Luxe: non sono i più economici, ma si chiamano Luxe per una ragione (ottieni ciò per cui spendi), riflettono il mio marchio alla perfezione, e ricevo sempre dei complimenti!

Quali saranno i tuoi prossimi passi?

La prossima collezione esplorerà le proprietà e gli strati che si possono ottenere con la stampa 3D, quindi stampare qualcosa all’interno di qualcos’altro. Tenetevi sintonizzati!

Esplora la collezione Luxe

Kia Cannons è una grande fonte di ispirazione: scoraggiata dal dipingere, l’artista ha sviluppato il suo stile, un’attività e una comunità di ammiratori grazie alla propria tenacia (e una buona dose di humour)

Nelle campagne del Surrey, il villaggio verdeggiante di Farnham è l’improbabile sede di un vero idillio artistico: lo studio dell’artista astratta Kia Cannons. Kia, in arte Sticks and Ink, ci ha invitati nel suo giardino-atelier per parlarci del suo talento notevole e di come proprio lei, che a scuola non era stata ammessa alle lezioni d’arte, è riuscita a diventare un’artista di enorme successo.

Kia! Sei diventata famosissima su Instagram grazie al tuo stile originale e alla tua palette meravigliosa. Come hai cominciato?

Ho sempre voluto fare qualcosa di creativo. Per anni mi sono occupata di gestione dei progetti e amministrazione per aiutare mio marito, che stava mettendo in piedi la sua attività di graphic design. Quando abbiamo finito l’università, lui sapeva cosa voleva fare e io no, quindi abbiamo deciso che prima l’avrei aiutato io nel suo progetto, poi avremmo fatto cambio e ci saremmo dedicati al mio.

Sapevo di voler fare qualcosa di creativo, ma non sapevo cosa. A scuola, un insegnante mi aveva detto che non mi sarei potuta iscrivere alle lezioni di arte perché non sapevo disegnare. Ed essendo solo una bambina all’epoca, ci ho creduto.

Ho sempre aspettato di ricevere il permesso (non so esattamente da chi); mi ricorderò sempre di quando passavo accanto alla finestra dell’aula di arte. Ogni volta che ci entravo per raggiungere un’amica, guardavo tutti quei pennelli nei vasetti di vetro sul davanzale con il cuore che mi batteva all’impazzata, desiderando terribilmente di poterli usare. Da allora, ho guardato per anni le finestre degli studi con occhi sognanti.

Qual è stato l’elemento catalizzatore che ti ha spinta ad iniziare?

È successo tre anni fa, quando il mio figlio più piccolo aveva 2 anni: ero a un corso di cucito con un’amica, e nello stesso stabile c’era una mostra d’arte. Ero talmente lontana dall’arte che non era neanche mai stata a una mostra. C’era molta arte astratta e ho subito pensato: “Questo posso farlo anch’io! E lo voglio fare!”. La mia amica mi ha consigliato di iscrivermi ad un corso,

ma io tra me e me dicevo: “Non sono capace di disegnare, sarebbe solo uno spreco di materiali”. Poi però, prima di andarcene, abbiamo preso un volantino della struttura e abbiamo visto che organizzavano una serie di lezioni sperimentali.

Ho cominciato a settembre, quando il mio figlio più piccolo stava per iniziare la scuola materna: era la prima volta che facevo qualcosa solo per me, dopo 5 anni da mamma a tempo pieno. L’idea di lasciare il mio bimbo piccolo a scuola e di andare a una lezione di arte mi sembrava così invitante!

Da lì ad innamorarmene, il passo è stato breve. Dopo due mesi abbiamo organizzato una mostra e io ho esposto due dei miei studi. Per fare un esperimento, ho stabilito il prezzo in base al valore che avevano per me, e uno dei due lavori è stato venduto. Per me, quello è stato il punto di svolta. Mi sono detta che nei 2 anni successivi avrei costruito qualcosa, perché non volevo assolutamente tornare in città a occuparmi di amministrazione e gestione dei progetti!

Il tuo stile combina stupende pennellate gestuali e batik con cera a caldo; dove hai imparato questa tecnica?

Ho imparato il metodo del batik con cera a caldo in una classe di disegno sperimentale, e mi è piaciuta tantissimo. In quel corso abbiamo imparato tecniche di tutti i tipi, come il weaving e la pittura botanica, e alla fine del corso ho capito chiaramente che era con la pittura e i pennelli che volevo lavorare. Allora ho iniziato a sperimentare e ho scoperto che adoro dipingere con pennellate ampie, gestuali e istintive. E in effetti, piuttosto che i pennelli, mi piace utilizzare le spatole.

  • Sticks + Ink portrait at work
  • Sticks + Ink painting in her studio

Poi ho scoperto Instagram e mi sono resa conto che ci sono un sacco di artisti astratti in circolazione. Non volevo finire per assomigliare a tutti gli altri, e sapevo che avrei dovuto trovare qualcosa di davvero originale. Il batik con cera a caldo non mi aveva mai lasciato, perciò ho pensato di provare a combinarlo con la pittura.

  • Sticks + Ink portrait with brush
  • Sticks + Ink working in her studio
  • Sticks + Ink working on a painting

È così che ho cominciato. Ho capito che il mio stile pittorico è gestuale, continuo ad adorare il batik e mi ispiro alla natura: le montagne, i laghi, il mare e il cielo. Negli ultimi 18 mesi ho fuso insieme tutte queste cose, ed ecco il risultato!

La tua palette è sempre molto coerente e originale; come mai?

È uno dei vantaggi della mancanza assoluta di esperienza! A metà del corso sono entrata in un negozio di articoli d’arte e ho mi sono detta: “Bene, voglio dipingere”. Non sapevo nulla della differenza tra olio, acrilici, acquerelli, gouache…NULLA! Allora ho deciso che avrei comprato semplicemente quello che mi ispirava, da cui mi sentivo attratta.

Mi piacevano molto i pastelli, erano adorabili e oleosi come il burro, perciò ne ho presi una manciata. Poi sono andata nella sezione degli acrilici e i colori mi piacevano molto. Quando cominci un corso di pittura puoi comprare una grade palette completa di tutto, ma guardando i colori pensavo: “Beh, sono tutti primari”. E dato che quelli inconsciamente mi infastidivano, ho fatto un giro tra gli altri colori e scelto solo quelli che mi piacevano. Dopo averne presi 6, li ho guardati e ho pensato: “Questi sono così belli insieme che non ho bisogno di nient’altro. Ci siamo!”

Sono sicura che a un certo punto li lascerò e inizierò ad usare nuovi colori, ma per ora li adoro. Perciò questo è il primo motivo per cui ho una palette coerente; il secondo è Instagram. Osservavo i feed bellissimi ed esteticamente attraenti che certi utenti riuscivano a creare. Inizialmente, pubblicavo i lavori che dipingevo in classe, ma poi mi sono resa conto che non funzionava. Volevo creare un bel feed che ispirasse la gente a prendere in mano il pennello.

Moltissimi mi seguono e mi dicono che il mio lavoro li ispira a dipingere, perciò credo che creare un bel feed sia il modo migliore per aiutarli.

Instagram ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo del tuo lavoro; come è successo?

Volevo essere in grado di esporre la mia arte e di avere una visione d’insieme dei miei lavori. Ho scelto la piattaforma più visuale, Instagram, dopodiché ho passato intere serate a studiarne ogni aspetto: hashtag, algoritmi, come realizzare le fotografie migliori…e per un anno ho seguito praticamente ogni webinar, connettendomi con la Cina a mezzanotte per carpire ogni nuova informazione utile.

Ho letteralmente passato un anno a imparare più che potevo, perché mi sono detta che se volevo vendere il mio lavoro su Instagram invece che un sito o un’altra piattaforma, dovevo sapere esattamente come usarlo. Poi ho iniziato a pubblicare, e più tempo ed energie investivo, più il numero dei follower aumentava, e le vendite sono decollate. All’incirca una volta alla settimana mettevo in vendita su Instagram un lavoro, e dopo 3 minuti l’avevo già venduto.

È stato a quel punto, dopo circa sei mesi, che tutto è iniziato ad andare a gonfie vele: ho definito il mio stile, ho costruito un bel feed, ho imparato a coinvolgere le persone e a creare contenuti dall’aspetto magnifico. Allora, molti hanno iniziato a scrivermi messaggi in privato chiedendomi: “Come ci riesci?”.

Hai anche scritto un ebook di successo per condividere la tua esperienza; come è nata quest’idea?

Mi sono accorta che passavo ore e ore a dire alla gente che con tutte le cose che avevo da raccontare, avrei potuto scrivere un libro… Così, dopo averlo detto mille volte, l’ho fatto sul serio.

È questa la mia filosofia: scopri cosa ami fare nella vita, e fallo. Ne sono talmente convinta che se incontro un perfetto sconosciuto, gli consiglio di fare lo stesso. Così, ho scritto questo ebook con la speranza che la gente possa crescere come ho fatto io, e anche per non dover passare tutto il tempo a rispondere alle e-mail invece di dipingere.

L’ho scritto a piccoli pezzi. Una volta alla settimana facevo un viaggio piuttosto lungo per andare dal fisioterapista. Avevo sempre il terrore di arrivare in ritardo e saltare l’appuntamento, perciò arrivavo con largo anticipo, mi sedevo in un caffè ad aspettare e scrivevo. E in poco tempo il libro ha preso forma; ho buttato giù sulla carta tutto quello che avevo in testa, e sta vendendo molto bene. È praticamente un anno di consigli sotto forma di libro. Vendendolo, posso continuare a concentrarmi sulla pittura.

Il pubblico che ti segue è composto soprattutto da potenziali acquirenti, o piuttosto da gente che cerca ispirazione per la propria arte?

È una sfida accontentare tutti perché il mio pubblico è misto: potenziali acquirenti, molti artisti all’inizio della propria carriera ma anche piccole imprese creative che mi hanno vista crescere, hanno visto dove sono arrivata e si chiedono come ho fatto.

Ogni domenica pubblico consigli e trucchi, ovvero qualche informazione che può essere d’aiuto alla gente. Alcuni mi seguono per questo. Ricevo molti messaggi da gente che mi vede come un mentore; per questo mi definisco una “Instamarketeer accidentale”, non immaginavo assolutamente che sarebbe andata così!

Parlaci dei tuoi biglietti MOO!

MOO è stata con me per tutto il tempo! Fin dagli inizi, quando mi è stata offerta una personale in un bar. Non appena ho saputo che mi avrebbero esposta, ho capito che avrei avuto bisogno di Biglietti da visita! Sapevo che avrei dovuto pubblicizzare il mio marchio, così se qualcuno avesse acquistato un dipinto al bar mentre non c’ero, avrebbe portato a casa anche i miei dettagli. Per questo incollo un biglietto da visita con del nastro adesivo oro sul retro di ogni mio lavoro.

  • Sticks + Ink business cards
  • Sticks + Ink stickers on brush box

Poi, quando ho iniziato a vendere online, ho deciso di incollare Adesivi sulle mie confezioni per renderle ancora più belle e piacevoli da ricevere. Più tardi, quando ho aperto un negozio a tempo, ho creato e venduto Notecard in pacchi, insieme ad altri biglietti che decoravo e trasformavo in carte regalo. Quando vendo un dipinto di grandi dimensioni, inserisco nel pacco anche un biglietto di ringraziamento scritto a mano. Perciò MOO è sempre con me.

Di recente sei passata dal dipingere in casa al lavorare in uno studio. Come fai a conciliare lavoro e tempo libero?

Dicevo da sempre che avrei voluto realizzare dipinti di grandi dimensioni, ma a casa ero limitata letteralmente dalle dimensioni del mio tavolo. Tutte le superfici erano piene, le cose cadevano sulle sedie, e così mi sono decisa a cercare uno studio. Fortunatamente, tramite lo spazio artistico di Farnham “The Maltings” ho trovato questo studio; ho telefonato e l’ho preso immediatamente.

Il problema è che per il mio lavoro ho bisogno di una superficie piatta per stendere lo strato di cera calda del batik, non posso farlo su un cavalletto. E dato che ogni strato ci mette un sacco ad asciugarsi, normalmente lavoro su una ventina di pezzi alla volta. Se sono lavori piccoli su carta o tela è un conto, ma i dipinti più grandi diventano quasi ingestibili in uno spazio ridotto. Quindi non so bene cosa succederà, ma ho assolutamente bisogno di trovare uno studio più grande!

Per quanto riguarda la gestione del tempo, sono molto attenta a separare il mio lavoro di “artista” da quello di “mamma”. Una volta che i bambini tornano a casa da scuola, il lavoro è finito, sono semplicemente la mamma. Quando ho provato a fare entrambe le cose, mi sono resa conto che voglio farle entrambe bene, e questo significa mantenerle separate. Dopo che metto i bambini a letto, però, torno ai miei webinar, perché non smetto mai di imparare: voglio essere sempre aggiornata su quello che succede là fuori!

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Se ti senti sempre in imbarazzo agli eventi di networking, sappi che non sei il solo. Tutti facciamo fatica, a volte. Ecco dei consigli per rendere quest’esperienza più facile. E credici, ne vale la pena!

Cosa succede agli eventi di networking? Si accresce la propria attività, si instaurano relazioni importantissime e si incontrano figure influenti. A volte, però, anche queste motivazioni non bastano. Per quelli a cui non piace passare il proprio tempo libero a far colpo sulle folle, quest’esperienza può essere un tantino stressante.

Quando parlare del cibo non è abbastanza per rompere il ghiaccio (lo è mai stato?) avrai bisogno di una strategia concreta per trarre il meglio dagli eventi di networking a cui partecipi; ma non preoccuparti, ti aiutiamo noi. Dopotutto, non possiamo tutti essere dei professionisti del networking, ma che tu stia cercando di assumere o di farti assumere, non vincerai mai se non giochi! Quali sono i 6 aspetti più difficili del networking, e come superarli?

1. ‘Odio fare conversazione spicciola’

Non lo odiamo un po’ tutti? Rendi tutto più naturale trovando un alleato, sarà più facile per una terza persona unirsi ad una conversazione già avviata piuttosto che iniziarne una da zero, quindi trova qualcuno ed inizia a chiacchierare. Se ti trovi in un vicolo cieco, abbassa la guardia e di’ esattamente ciò che pensi. Per esempio: “Cavolo, non sono proprio bravo in questo genere di cose, è difficile fare networking, no?”

Probabilmente loro stanno pensando la stessa identica cosa, e questa connessione potrebbe dare inizio ad un dialogo onesto.

Networking handshake

2. ‘Non mi ricordo mai i nomi’

Preparati! Memorizza o prendi appunti sui nomi degli ospiti. Scopri chi parteciperà; puoi chiedere a chi organizza l’evento, e dare un’occhiata sul sito web, e poi aprire LinkedIn e fare un po’ di ricerche. Questo metodo ti aiuterà anche a non perdere tempo con gente con cui non vuoi avere contatti.

Durante l’evento, crea un gioco nella tua mente per ricordarti i nomi, come “conosci e ripeti”: appena incontri qualcuno, usa il loro nome nella frase successiva.

Puoi sfidare gli altri ad unirsi al gioco; creando un gruppetto di sconosciuti che cercano di superare una delle parti peggiori del networking finirai per scoprire molte cose sulla gente con cui parli, non solo i loro nomi!

3. ‘Divento sempre timido in gruppi di gente che non conosco’

Sorpassare quel primo ostacolo del primo approccio è la parte più difficile, quindi preparati una lista di frasi per rompere il ghiaccio, e tieniti sempre pronto.

Puoi fare di meglio che utilizzare frasi fatte come “di cosa ti occupi?”… chiedi qualcosa di più profondo che ti permetta di conoscere davvero qualcuno. È così che si creano contatti che poi ti richiamano.

Ecco alcuni esempi:

Cosa speri di ottenere da questo evento?

Questa va dritta al punto e permette a entrambe le parti di condividere una riflessione onesta.

Qual è la tua storia?

Questa domanda aperta lascia a chi la risponde la scelta di parlare dal punto di vista professionale o personale, e capirai molto dalla loro risposta. Se chiedono chiarimenti, sorridi e ripeti la domanda.

Per cosa ti conosce la gente?

Questa è perfetta, perché a tutti piace condividere i propri successi, e l’opportunità di farlo non si presenta spesso. Per alcuni, invece, è difficile parlarne, e porterà la conversazione ad un livello più profondo.

Sai quanto pesa un orso polare?

Abbastanza da rompere il ghiaccio!

(Ok, stiamo solo scherzando con questa. A meno che tu pensi di poterla utilizzare davvero, allora…)

Networking book list

4. ‘Trovo difficile attaccare discorso con gente nuova’

Sfoggia un “dettaglio da conversazione”. Indossare qualcosa di unico che faccia colpo, come una cravatta audace, un girocollo o quegli orecchini che non hai mai tempo di mettere, dà alla gente un motivo per iniziare a parlarti, e ti renderà facile da ricordare.

Anche biglietti da visita di qualità, particolari e innovativi sono utilissimi e sono fonte di varie domande. Ecco perché moltissimi adorano i nostri Biglietti da Visita Luxe, NFC, e con Stampa a Caldo Oro… Non verrai dimenticato facilmente.

5. ‘È uno spreco di tempo, non ottengo mai nessun risultato’

Sappiamo che è un cliché, ma non otterrai mai più dell’impegno che ci metti. Se fa il soprammobile e lasci che siano sempre gli altri ad iniziare la conversazione, ti ritroverai sempre a parlare di ciò che vogliono loro.

Quindi esci allo scoperto e prendi il comando della conversazione: cerchi lavoro? Dipendenti? Co-fondatori? Fai una nota scritta delle tue intenzioni, facci una fotografia e impostala come sfondo del telefono. Ogni volta che controlli l’ora ti ricorderai di cosa dovresti fare al posto di guardare il telefono, e prenderai le misure adeguate per raggiungere i tuoi obiettivi!

Il networking non finisce con la fine dell’evento. Una e-mail di follow-up aiuta a costruire relazioni più durature. Dopo l’evento, fai una lista dei nuovi contatti, e manda loro un’e-mail che faccia riferimento alla conversazione che avete avuto. O, se vuoi davvero fare colpo, crea cartoline personalizzate e manda loro un messaggio scritto a mano!

6. ‘Non incontro mai la gente che speravo d’incontrare’

Hai fatto ricerche sugli ospiti? Hai le idee chiare su ciò che vuoi ottenere? Se sì, sei all’evento giusto? Non tutti gli eventi di networking sono uguali, e spesso in quelli facili e aperti non troverai quello che cerchi. Cerca di trovare degli eventi in cui gli ospiti abbiano credenziali che cerchi per la tua attività, e in cui gli organizzatori siano abbastanza sicuri di sé e di ciò che offrono da chiedere una tariffa d’ingresso. Questo tipo di selettività ti aiuterà a trovare esattamente i contatti che cerchi.

Conoscere gente nuova agli eventi è difficile, ma diventa più semplice con la pratica. Segui i nostri consigli e diventerai un talento del networking!

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