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Acrylicize fa uscire l’arte dalle gallerie

Acrylicize art piece with light

Scopri come uno studente d’arte ha trasformato un progetto artistico universitario in un business globale.

L’idea di Acrylicize è nata mentre James Burke, fondatore dello studio di design, era a lezione d’arte all’università. Il suo docente mise in dubbio che il suo progetto, un graffito, fosse veramente arte. Questa sfida si è radicata profondamente nella mente di Burke, che ha deciso di scegliere come tema del suo progetto universitario conclusivo come rendere l’arte meno dipendente dalle gallerie e più accessibile alle masse.

“Il progetto di laurea includeva dei dipinti acrilici su delle pareti con i quali volevo comunicare il concetto di arte come prodotto”, ci ha spiegato Burke. “Ho applicato alle opere delle etichette con i prezzi, non con l’intenzione di venderle, ma per ribadire l’idea che l’arte possiede un aspetto tangibile… E tutti volevano comprare le opere.”

Dato il successo ottenuto, per Burke è stato difficile lasciarsi alle spalle il progetto di laurea, dato che aveva stabilito delle relazioni importanti nel mondo dell’arte.

“La madre di tutte le presentazioni”

Burke credeva così fortemente in questa missione da decidere di avviare con uno dei suoi migliori amici, Paul Arav, un’attività che si basa proprio su questo concetto. Mentre Burke si occupava degli schemi concettuali dei loro progetti, Arav trovava persone interessate all’acquisto delle opere. “Siamo un team e lo siamo sempre stati”, ha puntualizzato Burke. “Siamo molto diversi ed proprio per questo che la nostra partnership funziona così bene.”

La prima grande opportunità è arrivata con la presentazione di un pannello acrilico destinato alle pareti dello stadio di Wembley, allora in costruzione. Il loro sogno era poter raccontare le storie che si erano svolte in precedenza in quel luogo, abbinandole a immagini contemporanee. Come si legge sul sito di Acrylicize, l’obiettivo era illustrare “il ruolo significativo che arte e fotografia possono avere nell’infondere nel nuovo stadio lo spirito del vecchio campo da calcio.”

Nonostante la mancanza di esperienza, e grazie al loro fortissimo entusiasmo, i due hanno si sono aggiudicati l’incarico. “In quel momento, abbiamo capito che l’arte possiede la straordinaria capacità di raccontare storie ed esprimere l’essenza dei brand”, ha spiegato Burke.

Mescolare pubblicità e arte

Da quel momento in poi, Acrylicize ha deciso di concentrarsi sull’utilizzo dell’arte per raccontare delle storie. “Per un marchio, questo potrebbe essere legato a come l’azienda coinvolge il proprio personale”, ci ha detto Burke. Ogni azienda ha una storia e, secondo Burke, illustrando tale storia ai collaboratori li si può far sentire più legati al brand. “L’elemento di design del nostro lavoro consiste nel raccontare storie”, ci ha detto Burke.

Questa filosofia sta anche alla base del processo di brainstorming dello studio Acrylicize, e quando il team cerca insieme le storie da raccontare, la creatività è fondamentale.

  • Acrylicize design by nature piece
  • Acrylicize lego nature piece
  • Acrylicize team

“Quando lavoriamo per un marchio, organizziamo degli incontri per conoscere l’azienda, stabilire un’interazione a livello personale e delineare l’essenza del brand”, ci ha spiegato Burke. “Se si tratta di un’opera d’arte pubblica, studiamo la zona e il suo retaggio e cerchiamo le storie da raccontare.”

Visto che il team di Acrylicize proviene da background artistici diversi (belle arti, moda, architettura, grafica ecc.) le loro opere sono originali e multidimensionali. Questo si spiega anche con l’approccio collaborativo dello studio, in cui ogni settimana si apprende una nuova competenza o tecnica artistica. “Avere l’opportunità di giocare e perdersi in qualcosa di nuovo è essenziale per la nostra creatività”, ha detto Burke.

  • Acrylicize installation in building
  • Acrylicize timeless piece
  • Acrylicize installation
  • Acrylicize timeless architecture

L’espansione del brand

Acrylicize si è ingrandita e ora ha sedi a Londra e Seattle, e per questo ha dovuto imparare a mantenere coerente la filosofia aziendale. Ma Burke non si è preoccupato troppo di tenere sotto controllo questa dinamica,   confidando nel fatto che il team si sarebbe sviluppato in modo ottimale. ”Credo che a volte bisogna lasciare che l’universo ci porti a fare un viaggio”, ha detto Burke.

E, che ci crediate o no, hanno fatto parte di questo viaggio anche i biglietti da visita di MOO. “Per noi, sono il prodotto ideale”, ci ha detto Burke. “Praticamente, costituiscono il nostro portafoglio. Infatti, i nostri progetti sono tutti diversi l’uno dall’altro, e quindi per presentarci e mostrare il lavoro dello studio ai potenziali clienti, dobbiamo far vedere vari progetti.”

  • Acrylicize business cards
  • Acrylicize business cards in various designs

Grazie a printfinity, i biglietti da visita di Acrylicize mostrano 25 opere diverse. “Quando distribuiamo i biglietti da visita, chiediamo alle persone di scegliere quello che preferiscono”, ci ha spiegato Burke.” In questo modo, si relazionano immediatamente con i nostri lavori e scelgono quello che più li colpisce. Questo gioco consente loro di interagire con il nostro brand in modo unico. Siamo molto soddisfatti dei nostri biglietti.”

Racconta la storia del tuo marchio con i Servizi Aziendali MOO

Da oltre un decennio, noi di MOO aiutiamo le persone a lasciare il segno nel mondo con prodotti di stampa di qualità eccezionale. E man mano che la nostra clientela è cresciuta, anche la gamma dei servizi che offriamo si è allargata. Ecco perché oggi offriamo alle aziende più grandi (con almeno 10 dipendenti) i Servizi Aziendali MOO, con tanti vantaggi extra per i clienti. Infatti, i Servizi Aziendali MOO offrono un mix di gestione degli account dedicata, una piattaforma per gli ordini online di facile utilizzo e servizi di design professionali. Si tratta di un pacchetto completo che dà alle aziende maggior controllo sul brand e maggiore coerenza. E allo stesso tempo, fa risparmiare loro tempo, soldi e stress.

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Hai una bella idea, ma non sai come realizzarla? Trasforma il progetto in realtà con il Notebook “Focus: A Ship It Journal” di Seth Godin.

Capita che le grandi idee possano perdersi per strada. Oppure sono i dettagli a spegnere l’entusiasmo. È vero: per i progetti più importanti serve tanto lavoro. E mostrare il tuo lavoro al mondo richiede organizzazione.

Sai cosa si intende con l’espressione “to ship”? Sì, tradotto dall’inglese significa “spedire qualcosa” oppure “salpare”… certo. Ma metaforicamente parlando è l’azione con cui partendo da un progetto riesci a mettere in pratica un’idea complessa, attraverso l’ideazione e il processo di realizzazione. Senza una struttura o una guida, anche l’idea migliore rimane ferma al palo. Ed è qui che entra in gioco l’autore, speaker, maestro e “incoraggiatore” Seth Godin.

MOO incontra Seth Godin

Seth Godin è un autore di 18 libri bestseller: negli ultimi anni si è fatto conoscere per le sue idee e i consigli di marketing. Il libro che l’ha reso famoso è Purple Cow, una guida pensata per le aziende di ogni dimensione che vogliono farsi notare in un mercato già saturo. Seth si è distinto anche in un TED Talk diventato virale su come fare decollare le proprie idee.

La sua ultima opera, uscita in collaborazione con MOO, si intitola “Focus: A Ship It Journal” e punta a diffondere il metodo “ship-it” a un pubblico più vasto.

Focalizzati sui tuoi progetti

Con il suo Ship It Journal, Godin fornisce un approccio strutturato per gestire progetti di ogni dimensione e tipologia. I Notebook sono uno strumento perfetto per arrivare alla meta, anche se l’incubo della pagina bianca può bloccare chiunque. “Credo che un quaderno ben organizzato possa fornire alle persone la base di cui hanno bisogno per lavorare meglio”, spiega Godin.

Un nuovo modo per realizzare le tue idee

Insieme a MOO, Seth Godin ha creato lo strumento perfetto per mettere in pratica le tue idee. “Focus: A Ship It Journal” è un workbook che prende vita solo quando inizi a scriverlo.

Se con i nostri Notebook Hardcover è già scattato il colpo di fulmine, preparati a innamorarti. Lo Ship It Journal ha lo stesso design piatto con rilegatura svizzera e carta Munken Kristall. E ora viene il bello, perché con il quaderno di Seth trasformi passo per passo i tuoi progetti in realtà. Semplice, no?

  • Seth Godin notebook
  • Seth Godin open notebook

“Nel momento in cui scrivi qualcosa, diventa più reale di quanto non lo fosse prima”, racconta Godin a MOO. “Se hai un’idea importante, allora vale la pena metterla nero su bianco.”

Ma come si inizia, in pratica? Per cominciare, questo workbook ti offre lo spazio di cui hai bisogno per scrivere le tue idee. Seth consiglia di scriverle con l’inchiostro, per evitare di avere pentimenti e cancellarle.

E per avere la certezza di ampliare la tua visione d’insieme, la sezione dedicata alle idee ti consente di definire la forma e l’obiettivo del tuo progetto, identificando i fattori chiave per realizzarlo e ipotizzando come superare gli imprevisti che potrebbero presentarsi, perché non si sa mai. 

Il Notebook è adatto a progetti di una settimana, ma anche a progetti più complessi che coinvolgono decine di persone e molti capitali. Non importa la grandezza delle idee, Godin offre i punti chiave per affrontarle.

  • Seth Godin hardcover notebook
  • Close-up of Seth Godin notebook
  • Merely begin page in Seth Godin notebook

Il design incontra la funzionalità

MOO ha avuto l’onore di creare un workbook per uno dei veri guru del marketing, ed è una grande soddisfazione. Per fortuna, le parole e le idee di Seth hanno ispirato il team di designer di MOO, che hanno a loro volta realizzato una magnifica (e utile) idea.

Secondo la responsabile del Settore Design di MOO, Sarah Daley, il team si è concentrato su elementi tipografici grandi, per mettere in evidenza il contenuto. “In tutto il workbook”, spiega Sarah, “semplici forme geometriche simbolizzano l’atto di separare le idee, per poi rimetterle insieme. Questo interpreta il cuore di tutto, il movimento continuo e la ricerca dei traguardi.”

Se stai iniziando una nuova attività oppure stai organizzando il tuo team per il prossimo grande progetto, con lo Ship It Journal puoi passare dall’idea al “Ce l’ho fatta.”

Ordina il tuo “Ship It Journal” e realizza le tue idee

Anna e Grace, fondatrici di PATTERNITY, condividono la loro originale visione del mondo e la loro passione per i motivi con laboratori, progetti creativi collaterali e collaborazioni di alto profilo.

Anna Murray e Grace Winteringham vedono motivi ovunque, e il loro lavoro spazia dagli accessori per la casa ai progetti architettonici. Con loro abbiamo parlato della loro ultima partnership, che si propone di connetterci tutti.

Alla base di PATTERNITY — un’organizzazione creativa etica che esplora il ruolo dei motivi nella nostra vita — vi sono le forme visibili e invisibili che ci circondano, dalla spirale della nostra galassia alle sagome dei grattacieli.

L’originale filosofia di Anna e Grace abbraccia anche le configurazioni di pensiero, dell’essere e del comportamento che uniscono tutti noi. “Ogni cosa che facciamo crea uno schema, che, a sua volta, incide su tutto il resto della nostra vita, creando una reazione a catena”, ha spiegato Anna.

Nel luminoso studio di Hackney, nell’est di Londra, la grande quantità di piante bilancia i motivi monocromatici del team di PATTERNITY che rappresentano righe, quadri e cerchi: le forme principali che si vedono in natura e che caratterizzano i loro fantastici design.

MOO ha incontrato queste due creative per parlare del luogo di lavoro ideale, del loro approccio alla collaborazione e dei motivi che ci circondano.

Come avete deciso di lavorare insieme?

Grace: Quando ci siamo conosciute nel 2009, avevamo entrambe delle cartelle piene di immagini e ritagli di riviste. Mettendole a confronto, abbiamo notato molte somiglianze, come, ad esempio, le immagini di alcune crepe nei lastroni di cemento accostate ai motivi sulla pelle di una giraffa.

Ci piacevano i design originali e con una forte valenza grafica e ci piaceva osservare la natura nei minimi particolari. L’elemento comune erano i motivi ed è stato allora che abbiamo capito di avere la stessa ossessione.

Anna: C’era anche un aspetto più profondo, perché volevamo creare un’attività che avesse un significato e uno scopo, che inducesse le persone a guardare i motivi in modo diverso, collocandoli in un contesto più ampio.

Che procedimento seguite per mettere a punto un nuovo motivo?

Anna: All’inizio ci chiediamo sempre: “Perché”? Qual è la motivazione profonda dietro tutto questo? Non è mai stata nostra intenzione realizzare dei motivi privi di un messaggio centrale e il nostro scopo è sempre quello di indurre le persone a percepire i motivi in maniera diversa.

La nostra ricerca, infatti, connette scienza, creatività e spiritualità e traiamo ispirazione da concetti profondamente filosofici per creare motivi molto semplici, fruibili a vari livelli. Siamo come un filtro gigantesco. Le nostre idee entrano in una crisalide, si ricompongono ed escono di nuovo.

Grace: Siamo in grado di riconoscere idee e sistemi presenti nel mondo scientifico, naturale e artistico e di renderli più accessibili. Non smettiamo mai di imparare e sperimentare. Quello che importa è il viaggio, ed è questa idea che cerchiamo di incorporare nelle nostre creazioni.

Parlatemi della collaborazione con MOO. Quali erano i vostri obiettivi e a che cosa vi siete ispirate?

Grace: Quando ci accingiamo a elaborare qualsiasi collaborazione, consideriamo le competenze di ognuno: noi portiamo i motivi mentre MOO porta il suo geniale servizio di stampa. Poi siamo partiti dal concetto di condividere un motivo positivo che esprimesse gratitudine e apprezzamento.

Se vuoi mandare un messaggio di apprezzamento,  quale modo migliore se non una Cartolina decorata con un motivo che esprime ciò che senti?

I motivi che abbiamo usato sono quelli che più ci sono piaciuti nel corso degli anni: il motivo dell’acqua, e le righe e i cerchi che rappresentano la luce solare che splende attraverso delle ringhiere. Sono espressioni grafiche delle cose che apprezziamo di più.

  • Patternity prints
  • Patternity postcards
  • Patternity designs on postcards
  • Patternity postcards on desk

Dato che PATTERNITY si ispira molto alla natura, quando trovate il tempo di uscire?

Grace: Dobbiamo inserire del tempo per farlo all’interno del programma di lavoro. Per esempio, se dobbiamo fare una telefonata di lavoro molto seria o impegnativa, cerchiamo di farla all’aperto, distese sull’erba e guardando il cielo. Durante la pausa pranzo, andiamo al parco e ci togliamo le scarpe. Aiuta molto la concentrazione.

Anna: Spesso siamo sopraffatti da cose che in realtà non contano, e stare sdraiati sotto un albero aiuta a cambiare prospettiva. Ti fa ricordare che la natura è alla base di tutto e noi ne facciamo parte, non siamo separati da essa. È da questo che traiamo gran parte della nostra ispirazione creativa ed è il faro che ci guida nella nostra attività.

Lo studio di PATTERNITY è il luogo ideale per far crescere la creatività. Che consigli dareste ai designer che stanno progettando il loro spazio?

Anna: Consigliamo di guardarsi attorno ed esplorare tanti posti con curiosità. Noi abbiamo trovato uno dei nostri primi studi dopo essere state in uno stabile per una riunione. Ci è piaciuto e abbiamo chiesto se c’era dello spazio disponibile. Bisogna fidarsi della propria intuizione: quando entri in un ambiente, hai una sensazione positiva? Come comunicano le persone? Sono rispettose e gentili? Sono questi i principali aspetti da considerare.

Grace: Se trovi uno spazio che ti piace, è quasi sicuro che ci lavorerai bene. Tutti i nostri studi sono stati in edifici modesti che da fuori avevano un aspetto semplice e un po’ retro, ma che dentro avevano l’atmosfera giusta. La luce è fondamentale in quanto aiuta a lavorare in armonia con i ritmi della natura.

Quali sono i progetti futuri di PATTERNITY?

Grace: Faremo un’altra stagione con John Lewis, portando l’esterno all’interno e viceversa tramite la moda e la casa, fondendo questi due mondi. Stiamo lavorando anche con una società etica, Tribal Textiles, che realizza tessuti artigianali dipinti a mano.

Usano un’antica tecnica detta “batik con amido” che consiste nel dipingere i tessuti con farina e acqua per poi lasciarli al sole finché si formano delle crepe: gli stessi motivi che si vendono sulla terra riarsa e sulla pelle degli elefanti. Tutto questo ci fa capire come tutto sia connesso.

Anna: Il nostro sogno, nel lungo periodo, è di aprire un centro creativo spirituale dove imparare il significato profondo dei motivi. Speriamo anche di poter organizzare dei ritiri, dove le persone potranno approfondire la filosofia e il modo di pensare di PATTERNITY. Inoltre, stiamo pensando di realizzare i nostri prodotti, oltre a continuare con le collaborazioni.

Che consigli dareste agli imprenditori che iniziano a costruire un brand?

Grace: Non essere troppo rigidi nel dire: “Inizio qui e voglio arrivare qui”. Ci saranno sempre alti e bassi, quindi conviene pensare a un ciclo, più che a una linea retta, in modo da avere un business molto più completo.

Anna: Non credere di dover essere sempre perfetti. Si può imparare da ogni esperienza che si fa. È meglio considerarlo un viaggio, ed essere generosi con se stessi.

E poi è importante giocare e ridere. Non smettere mai di ridere. Mantenere una certa leggerezza e non prendere le cose troppo seriamente. Se non ci si diverte, che senso ha?

Manda un messaggio di apprezzamento con la positività delle cartoline PATTERNITY

Cosa ci vuole per avere successo nel settore immobiliare USA? MOO lo ha chiesto a una filiale californiana di Berkshire Hathaway.

Berkshire Hathaway HomeServices (BHHS) è una società immobiliare con sedi in tutti gli Stati Uniti. In un settore con molta concorrenza, BHHS si fa notare per le esperienze uniche che offre ad acquirenti e collaboratori.

Non è un’impresa facile, ma questa società ama le sfide. Ed è questa la ragione per cui MOO ha parlato con Judi Nield, della filiale BHHS di Drysdale, per farsi dire come hanno costruito una cultura di brand orientata alla clientela dando ai dipendenti gli strumenti che servono per il successo.

BHHS California Branch

Grandi ambizioni, grandi ricompense

Essendo una delle società immobiliari più grandi degli USA, presente in 25 contee in California settentrionale e in Nevada, Drysdale Properties deve gestire 41 agenzie. Questo inizia con un mix di formazione dei 1000 agenti sui valori aziendali fondamentali e sulle tecnologie e gli strumenti di marketing necessari a portare avanti la missione del brand. Un progetto ambizioso? Indubbiamente.

Come si differenzia BHHS? Secondo Judi, grazie a una serie di fattori tra cui “competenza, conoscenza del settore, qualità e il fatto che siamo sempre all’avanguardia nella tecnologia.”

BHHS Drysdale Brand Workshop

Rispetto della tradizione

Con molte sedi nel territorio, per BHHS la coerenza del brand è cruciale per offrire ai clienti un’esperienza memorabile. Come fa a gestire questa coerenza e coinvolgere tutti i collaboratori? Con un elenco di 10 valori fondamentali che vanno oltre il solito manuale del personale. Focalizzando l’attenzione sull’esperienza da offrire alla clientela, BHHS Drysdale ha elaborato i seguenti valori di marchio:

  1. Fare la cosa giusta, non quella facile
  2. Instaurare rapporti di interdipendenza positivi
  3. Offrire un servizio eccezionale
  4. Fare più con meno
  5. Esercitare umiltà, rispetto e gratitudine
  6. Vivere con passione e senso dell’avventura
  7. Favorire il cambiamento
  8. Crescere e apprendere
  9. Lasciare un retaggio
  10. Divertirsi

“Questi valori fondamentali non sono meri enunciati di marketing” ci ha spiegato Judi. Sono ribaditi e messi in pratica nelle attività quotidiane, discussi durante le riunioni commerciali, i meeting di leadership, gli eventi aziendali e perfino nelle interazioni con i clienti perché per concludere affari è fondamentale stabilire rapporti umani.

 

L’importanza della tecnologia

L’intermediazione immobiliare è un settore che si basa sui rapporti commerciali e Judi sottolinea l’importanza di collaborare con venditori in grado di “stabilire e mantenere la fiducia, migliorare le conoscenze e mirare sempre al successo.” Tuttavia, anche se i rapporti instaurati con i clienti non presentano problemi, possono trarre vantaggio dal supporto della sede centrale perché è così che i professionisti dell’intermediazione immobiliare lavorano al meglio.

Secondo Judi, Drysdale Properties si prefigge sempre di fornire le risorse più innovative. “Questo consente ai nostri agenti di generare più affari, attirare più clienti e aiutare più persone a realizzare i loro sogni immobiliari.”

Tramite la piattaforma aziendale, gli agenti di BHHS utilizzano siti immobiliari, tour virtuali su YouTube, annunci online, spedizioni di e-mail e tanto altro. Grazie ai siti di annunci immobiliari, gli immobili di Drysdale appaiono in siti locali, nazionali e internazionali, nonché su app e siti mobili. Il futuro è adesso.

Tornare alle origini

Nonostante gli investimenti nella tecnologia, BHHS riconosce l’importanza fondamentale delle connessioni umane. “Drysdale Properties ordina per ogni nuovo agente i Biglietti da visita standard di colore rosso scuro e crema su spesso cartoncino Luxe”, ci ha detto Judi. Inoltre, ci ha spiegato che questi biglietti rappresentano bene l’identità della società: “La qualità del cartoncino ci differenzia immediatamente. Il peso è indice di alta qualità e la confezione Luxe, costituita da una bella scatola con un nastro rosso scuro e un sigillo di qualità, crea un’ottima prima impressione.”

Poiché i loro clienti operano in tanti settori diversi, da quello residenziale al commerciale, dai terreni non edificati alle abitazioni di lusso, è importante sapere quando dare al marchio un tocco qualitativo extra. Per gli immobili della Luxury Collection, ad esempio, BHHS ordina i Biglietti da visita Super Soft Touch per distinguersi. “In campo immobiliare, i dettagli speciali contano molto”, ci ha detto Judi.

Tanti modi di creare impressioni durature

Drysdale Properties sostiene e rafforza i team attraverso la piattaforma dei Servizi Aziendali MOO. Ognuna delle 41 agenzia ha un account proprio così gli agenti possono ordinare e personalizzare i materiali secondo le loro esigenze. Dalle Notecard Luxe per mandare note di ringraziamento ai clienti agli Adesivi e ai Notebook personalizzati, i materiali con il marchio sono sempre a disposizione.

In fin dei conti, se nel settore immobiliare le relazioni interpersonali sono cruciali, ogni rapporto inizia da un semplice primo incontro. Un’ottima interazione personale crea grandi opportunità di business. Judi riassume questo principio citando il famoso detto secondo cui si ha una sola chance di fare un’ottima prima impressione.

Racconta la storia del tuo marchio con i Servizi Aziendali MOO

Da oltre un decennio, noi di MOO aiutiamo le persone a lasciare il segno nel mondo con prodotti di stampa di qualità eccezionale. E man mano che la nostra clientela è cresciuta, anche la gamma dei servizi che offriamo si è allargata. Ecco perché oggi offriamo alle aziende più grandi (con almeno 10 dipendenti) i Servizi Aziendali MOO, con tanti vantaggi extra per i clienti. Infatti, i Servizi Aziendali MOO offrono un mix di gestione degli account dedicata, una piattaforma per gli ordini online di facile utilizzo e servizi di design professionali. Si tratta di un pacchetto completo che dà alle aziende maggior controllo sul brand e maggiore coerenza. E allo stesso tempo, fa risparmiare loro tempo, soldi e stress.

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Per Susan J Mumford la chiave del successo nel mondo dell’arte è il sostegno reciproco e lei si occupa di agevolare i rapporti tra mercanti d’arte, collezionisti e artisti.

Avendo assistito all’evoluzione dell’ambiente artistico contemporaneo, l’imprenditrice ed ex gallerista Susan J Mumford ha creato una rete di sostegno per artisti, mercati d’arte e collezionisti che è cresciuta fino a diventare una serie di comunità molto attive.

Come quasi tutti gli ambiti creativi, anche il mondo dell’arte ha risentito pesantemente della crisi finanziaria e ha dovuto affrontare le nuove sfide poste dall’incremento dei social media. In questo ambito, Susan ha individuato un bisogno urgente di supporto tra i suoi colleghi.

Il suo progetto iniziale, incentrato su attività di mentoring e networking, è poi diventato Be Smart About Art (BSAA), che offre alla comunità degli artisti supporto, consulenza sulle migliori prassi e risorse pratiche. La dichiarazione d’intenti è un invito all’azione: “L’arte è la tua vita. Fanne anche il tuo mestiere.”

Data la sua lunga esperienza, che consigli darebbe Susan a chi spera di trasformare la passione per l’arte in un business redditizio? MOO l’ha incontrata per scoprire come opera BSAA per facilitare il successo in un mondo in continuo cambiamento.

Susan, parlaci di Be Smart About Art e di come è nata.

Nel 2006, gestivo una galleria nel quartiere londinese di Soho, quando l’era digitale iniziava a far sentire i propri effetti sul nostro settore. Gli artisti chiedevano se dovessero creare un sito e i social media stavano diventando un canale importante di promozione e comunicazione per i piccoli business.

Nel 2010, ho fondato la Association of Women Art Dealers per trovare una soluzione alle sfide che io e i colleghi ci trovavamo ad affrontare dopo la crisi finanziaria. I collezionisti sembravano scomparsi e ho deciso che fosse una buona idea riunire la comunità per aiutarci a vicenda.

Poco dopo, ho lanciato una campagna via Twitter, postando ogni giorno consigli per i collezionisti e i professionisti dell’arte con l’hashtag #besmartaboutart.

Dopo un anno, ho iniziato a offrire consulenza individuale. Avendo scoperto che era la mia vocazione, nel gennaio del 2012 ho annunciato il lancio di un nuovo servizio di consulenza artistica chiamato Be Smart About Art.

Dopo aver organizzato dei seminari e un bootcamp per artisti, ho messo insieme un team e mi sono resa conto che il concetto era valido e da allora non mi sono più guardata indietro.

Che cosa facevi prima di creare BSAA?

Facevo la “interrupter”, prima ancora di conoscere il significato di questo termine! Sono una persona che dice sempre quello che pensa e difende chi non è in grado o non se la sente di parlare. Sono rimasta la stessa persona che, da ragazzina, vendeva limonata da un banchetto e offriva servizi di raccolta delle foglie secche nella provincia americana.

Che cosa ti ha spinto a realizzare una comunità per artisti, mercanti d’arte e collezionisti?

Da una ricerca che abbiamo condotto nel 2012, è emerso che il modo migliore per farsi conoscere per gli artisti è attraverso i colleghi e su questo ci siamo basati nelle fasi iniziali di creazione della rete.

Il nostro primo evento mensile di networking si è svolto nell’ottobre 2012, e da allora organizzo ogni mese una visita a una galleria con attività di networking. Inoltre, gestisco The Rooftop Collective, una rete per fotografi.

L’appartenenza a una comunità professionale è fondamentale per gestire i momenti di crisi, rafforzare la fiducia in sé e sviluppare una carriera creativa in generale. Al momento, stiamo mettendo a punto una rete specifica per mercanti d’arte che lanceremo prima della fine di quest’anno.

La missione d’intenti di BSAA dice: “L’arte è la tua vita. Fanne anche il tuo mestiere.” Come hai deciso quali servizi offrire ai tuoi clienti?

Con vari tentativi e anche errori. Mio padre è docente di economia, quindi sapevo che era importante far pagare da subito le sessioni individuali, in modo che i clienti dessero valore a ciò che offrivo.

Come americana a Londra, sono nella posizione ideale per spingermi un po’ oltre e sono riuscita ad adottare un approccio commerciale in un settore che spesso non ama parlare di soldi, nonostante si tratti di una questione sempre più importante man mano che cambiano le dinamiche di finanziamento nei settori creativi.

Ero sicura che l’offerta di supporto professionale di alta qualità potesse incidere in modo positivo sulle attività commerciali dei clienti, purché si attivino.

Il programma che vedi oggi si basa sul feedback del pubblico, e ci sono sicuramente abbastanza artisti, curatori, imprenditori e organizzazioni creative da tenerci occupati.

Che servizi offrite agli artisti che vogliono iniziare la loro carriera?

Tra le risorse gratuite ci sono il nostro blog, il podcast e il canale YouTube.

Ai professionisti pronti a investire offriamo l’iscrizione, il supporto individuale con il nostro programma “Creative Biz Specialists”, corsi online, seminari di sviluppo professionale (in aula o da scaricare) oltre a conferenze collaborative e tavole rotonde. La tavola rotonda più recente è stata sul tema del “Collezionismo d’arte per la generazione del millennio”, nella sede londinese di MOO.

Per quanto riguarda le risorse materiali, abbiamo un libro, Art Is Your Life. Make It Your Living, un borsa di tela, e stiamo lavorando a un secondo libro.

Quali sono le principali sfide per gli artisti oggi?

Gli artisti devono sempre affrontare il cambiamento e devono gestire vari ruoli per lavorare con le gallerie, con i commercianti d’arte e gli agenti, comunicare con il pubblico, vendere la loro arte online e non deludere le aspettative.

Come definiresti il successo nel mondo dell’arte?

Dipende dagli obiettivi del singolo artista: non c’è una risposta univoca. È importante riconoscere che spesso il successo è il risultato di un lungo impegno per raggiungere i propri obiettivi nel lungo periodo, facendo dei cambiamenti quando serve, testando nuove idee e godendosi il viaggio.

Che consigli daresti agli aspiranti artisti e collezionisti?

Entrate in contatto con le persone partecipando ad eventi e comunicando il più possibile online. Instaurate rapporti per sviluppare idee e fiducia, e usate i Biglietti da visita come riferimento visivo di facile accesso. Per esempio, io inserisco i biglietti da visita delle persone che incontro in un quaderno, e scrivo degli appunti sia sui biglietti sia sulle pagine del quaderno, che poi digitalizzo.

Coinvolgete attivamente la vostra rete di contatti per farvi ricordare in un mondo frenetico. Anche quando state lavorando, non smettete di seminare, partecipando ad eventi e restando in contatto con i vostri interlocutori.

Che consigli daresti agli aspiranti imprenditori che vogliono avviare la loro attività di commercio d’arte?

Mantenete un’altra fonte di entrate il più a lungo possibile. Fate ricerche di mercato confrontandovi con altre persone, soprattutto con il vostro pubblico di riferimento.

Sperimentate con nuove idee e poi agite sulla base dei risultati ottenuti. Continuate a costruire la vostra rete e a stabilire rapporti professionali, trovando dei modi per incontrare i componenti della vostra rete.

Coltivate una mentalità flessibile e insistete: quelli che non si arrendono sono quelli che alla fine riescono nel loro intento.

Distinguiti dalla massa e crea i tuoi Biglietti da visita