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Passa parola con i Flyer

Che sia per promuovere una campagna di beneficenza, per strappare un sorriso o per ringraziare, la potenza comunicativa dei Flyer non fallisce mai.

3 flyer use cases

Che sia per promuovere una campagna di beneficenza, per strappare un sorriso o per ringraziare, c’è chi ha colto la potenza comunicativa dei Flyer.

Nell’epoca del marketing digitale e della pubblicità online, spiccare tra la folla può essere arduo. Ma, come spesso succede, tornare alle origini potrebbe essere una buona idea: ecco tre modelli da imitare per sfruttare le potenzialità dei nostri cari, vecchi Flyer.

Olaf Falafel

Olaf Falafel è un cabarettista, scrittore e illustratore svedese. Il repertorio di Olaf, autoproclamatosi “l’ottavo comico più divertente della Svezia”, spazia da chicche di humour scandinavo a battute sulla propria (vistosa) peluria facciale. Per promuovere il suo spettacolo The Marmosets of My Mind, ovvero “Le scimmiette nella mia testa”, Olaf ha postato un flipbook realizzato con i nostri Flyer. Agli usi geniali di Printfinity siamo abituati, ma… trasformare i Flyer in un blocchetto animato? Touché, Mr. Falafel. Touché.

Foto: Stuart Hogben, @stuarthogben

“Le animazioni modello flipbook non si vedono tutti i giorni. La gente si incuriosisce”, afferma Olaf. “Ai festival il pubblico si ritrova pieno di fogli e foglietti volanti: è bene avere qualcosa di diverso da proporre”. Olaf ha fatto stampare sui Flyer 8 illustrazioni diverse: sfogliate in successione, mostrano due scimmiette intente a correre su una ruota dentro la testa del comico. “Le stampe sono disposte e collazionate nella giusta sequenza, così posso tirarle fuori e sfoggiare l’animazione in qualunque momento”.

Ma Olaf Falafel ha dei precedenti in fatto di Flyer reinterpretati come flipbook. “È già il secondo anno che realizzo Flyer animati”, ci racconta Olaf. “Nell’animazione dell’anno scorso seguivo con lo sguardo due palline di formaggio che facevo ruotare sulla punta delle dita. Serviva a promuovere il mio show, ‘Olaf Falafel and the Cheese of Truth’. A giudicare dalle reazioni dei fan sui social, ho fatto centro!”. Formaggi rotanti, scimmiette iperattive… Il nostro intrepido cabarettista sembra pronto a tutto. Quale sarà il prossimo colpo di genio?

Passa parola con i Flyer

 

Panopli

Panopli è uno spazio virtuale dove artisti di tutto il mondo hanno la possibilità di vendere le proprie opere sotto forma di stampe d’arte, T-shirt e shopper. Gli artisti scelgono i prodotti che vogliono realizzare e creano un negozio online personale dove venderli. Fondato dagli imprenditori francesi Maxime Delmotte e Adrien Salamon, Panopli nasce dal desiderio comune di aiutare i creativi a “guadagnarsi da vivere con l’arte”.

Ma non è tutto: Maxime e Adrien si sono anche posti l’obiettivo di fare la differenza perseguendo una giusta causa. Balibart, uno dei principali venditori di Panopli, ha lanciato una campagna basata sull’hashtag #balibartsengage: gli artisti condividono le loro opere sui social network, e per ogni post contenente l’hashtag Balibart regala un prodotto a un’istituzione benefica francese. Per promuovere la campagna, l’azienda manda un Flyer a ciascun acquirente. “Un oggetto fisico è il modo migliore per attirare l’attenzione”, afferma Adrien. “Il digitale fa tanto, ma nulla può sostituire un bel Flyer cartaceo.”

I Flyer dedicati alla campagna #balibartsengage sono opera del direttore artistico di Panopli. L’obiettivo era un prodotto semplice ma efficace. La community di Panopli ha solo parole d’elogio per la causa sposata dall’azienda. “Diamo ai clienti la possibilità di agire attivamente nel sociale, e loro lo apprezzano”, afferma Adrien. Finora sono stati donati in beneficenza centinaia di prodotti. L’auspicio è di proseguire su questa strada quanto più a lungo possibile.

Scegli i Flyer per sostenere una causa

 

Latigo Coffee

Mattinata interminabile? Qui ci vuole un buon caffè. Latigo Coffee è un servizio di subscription box con sede a Los Angeles. Abbonandosi al servizio si riceve due volte al mese una selezione di caffè appena tostati. Le spedizioni vengono effettuate in tutti gli Stati Uniti, e i caffè proposti hanno una caratteristica in comune: sono squisiti.

Latigo, e non ne fa mistero, è devota alla causa della vita all’aria aperta: il mantra dell’azienda è “bevi un caffè e poi esci alla scoperta del mondo!”. Gli abbonati sono incentivati a pubblicare su Instagram le foto delle loro escursioni, utilizzando l’hashtag #latigocoffee. L’era dei caffeinomani avventurosi è appena cominciata.

In un business come Latigo, confezione e spedizione hanno un ruolo centrale, e così l’esperienza del cliente. “Il momento in cui l’abbonato apre il pacchetto è importantissimo”, ci spiega il fondatore Mark Finster. All’interno di ogni confezione, Latigo inserisce un Flyer di ringraziamento per il cliente. Il design rappresenta una coppia di surfisti con in mano una caraffa di caffè. “I Flyer quadrati di MOO sembrano fatti su misura per le nostre confezioni”, aggiunge Mark. “A chiunque piace ricevere un bigliettino scritto a mano! Questi piccoli extra sono parte integrante della nostra attività.”

Fai felici i tuoi clienti con i Flyer

Halla Hákonardóttir ed Helga Kjerúlf girano il mondo in cerca di nuove idee per i loro tessuti eco-friendly. Ma come è nato il loro sodalizio?

Halla e Helga si sono conosciute all’istituto d’arte. Unite dalla passione comune per i tessuti eco-friendly e dal desiderio di esprimersi tramite design carichi di humour, hanno deciso di mettersi in società. Ne è seguito un fertile scambio di idee, che ha condotto a una solida alleanza. Ed è così che ha visto la luce USEE Studio, un marchio tutto incentrato su “cose belle e follia allo stato puro”.

Il marchio persegue la sostenibilità – un concetto quanto mai attuale – all’insegna di un inconfondibile tocco scandinavo. Ma cosa c’è dietro questa estrosa collaborazione? E cosa fanno le due designer per far spiccare i loro prodotti, concepiti intorno ai materiali? Noi di MOO abbiamo scambiato due parole con Halla ed Helga: vi raccontiamo il segreto del loro successo.

Come vi siete conosciute? E quando è scoccata la scintilla che vi ha spinto a lanciarvi insieme in quest’avventura creativa?

Ci siamo conosciute all’istituto d’arte. Io studiavo architettura, Halla design della moda. Dopo il diploma siamo andate ciascuna per la sua strada. Per qualche anno abbiamo girato il mondo; poi, per uno strano caso del destino, siamo tornate in Islanda contemporaneamente. Ci vedevamo spesso, e ben presto abbiamo scoperto di avere sogni e obiettivi in comune. L’idea di lavorare insieme ci è piaciuta subito.

Da dove nasce l’intenzione di fondare USEE?

Io e Halla abbiamo sempre avuto opinioni molto simili in termini di estetica e sostenibilità. Ci siamo ritrovate a immaginare il concept, lo studio, finché un giorno ci siamo dette “E va bene, proviamoci”. Siamo tutte e due parecchio impulsive: anche quello conta!

Quale messaggio comunica il design di USEE?

I nostri prodotti sono realizzati in larga parte con materiali di scarto e/o riciclati. Sono opere concettuali, radicali, ma mai senza un pizzico di umorismo. È il nostro modo di raccontare la realtà del settore della moda, dell’espansione del fast fashion e della produzione di massa.

È giusto che le abitudini dei consumatori cambiano, ma anche i designer devono fare la loro parte: quanto a noi, puntiamo a dimostrare ai nostri coetanei che anche i capi riciclati e rimodellati possono essere alla moda. E se poi strappiamo un sorriso, meglio ancora. Tutti i nostri prodotti racchiudono un messaggio: avete dato un’occhiata ai costumi da bagno?

Come vi procurate materiali e tessuti?

Frequentiamo molti mercatini dell’usato, la nostra fonte principale di tessuti di seconda mano, dove acquistare cerniere, fili e bottoni. Spesso troviamo tessuti eccezionali. La gente non crede alle proprie orecchie quando scopre da dove arrivano.

La nostra linea di streetwear si chiama REMIX: realizziamo pantaloni a partire da tendaggi e trasformiamo le lenzuola in abiti. Con gli specchi recuperati creiamo inoltre gli anelli, gli orecchini e le collane della nostra linea di gioielli.

Cosa vi ispira di più?

A volte a ispirarci sono i libri che leggiamo, la musica che ascoltiamo, i viaggi, i film… Insomma, tutto quello che ci solletica l’attenzione.

Storicamente parlando, invece, amiamo molto l’arte, il design e l’architettura dagli anni ’20 agli anni ’80, soprattutto l’epoca dell’Art déco! Di recente siamo andate a Miami: le strade in stile Art déco di South Beach ci hanno lasciato a bocca aperta. Favolose.

A parte questo, ci lasciamo ispirare dalla vita quotidiana, dalle cose che troviamo per casa, o da oggetti che per noi hanno un’aura esotica, mentre per altri sono normalissimi. Palme e ventilatori, ad esempio: chi ha un ventilatore, in Islanda?!

Quali regole di lavoro intelligente osservate?

All’inizio ci è voluto un po’ per prendere il ritmo, per rispettare orari e abitudini lavorative. Quando si lavora in proprio non è sempre facile mettersi dei paletti, ma stiamo imparando. È anche per questo che viaggiamo tanto. Siamo sempre in pieno brainstorming, ma lontane dal pc.

Le vostre opere vengono esposte (e vendute) presso gallerie d’arte e temporary store. Come vi assicurate il successo in queste occasioni?

È fondamentale farsi notare, catturare l’attenzione, distinguersi, e i Biglietti da visita sono alleati importantissimi.

Se vendi prodotti che hanno un certo costo, spesso i potenziali acquirenti vogliono pensarci un po’ prima di concludere l’affare. In questo caso è bene che il cliente si ritrovi in tasca il tuo Biglietto da visita, così quando ci ha riflettuto sa come contattarti.

Finire risucchiati nel buco nero del mondo virtuale è più facile di quanto si creda: l’unico modo per evitarlo è dare al cliente un appiglio tangibile. Ah, per inciso: i nostri Biglietti da visita sono di cotone riciclato!

Quali sono i valori del vostro marchio? Come li avete stabiliti?

L’imperativo per noi è seguire una condotta etica, esprimerci tramite il colore e il senso dell’umorismo. Tutti i prodotti hanno un significato, un messaggio nascosto, o comunque tendono a fare riflettere.

Ci piace immaginare il nostro marchio come una persona vera e propria – uno che ama l’ambiente, la musica e le risate. Questo “amico immaginario” ci ha aiutato molto nella creazione del marchio.

  • USEE design
  • USEE swimsuit
  • USEE clothing

Come reagisce il pubblico ai vostri prodotti?

Molti ci dicono che siamo un marchio fresco, colorato, con un concept d’effetto. Abbiamo superato le nostre più rosee aspettative, ma senza la fiducia del pubblico non saremmo mai arrivate dove siamo.

Cosa consigliereste a un aspirante imprenditore che vuole avviare un’attività?

Lanciati! Fai un passo alla volta, datti il tempo di maturare, di crescere. Non arrovellarti troppo e non avere paura di fare errori: sbagliando si impara, no? Ed è molto meglio sbagliare quando l’attività è ancora agli inizi.

Non prenderti troppo sul serio, ma non sminuirti. E per finire, segui l’istinto. Anche noi qualche volta abbiamo fatto scelte infelici, ma non le abbiamo mai considerate errori: ogni decisione ha contribuito a renderci quel che siamo oggi.

Spicca fra la massa, crea i tuoi Biglietti da visita

99designs mette in comunicazione designer di talento di tutto il mondo con le aziende che richiedono design grafici personalizzati.

99designs è una piattaforma creativa che si basa sul crowdsourcing e offre alle aziende il meglio in fatto di design grafico. MOO ha parlato con Laura McLeod di 99designs per farsi raccontare la storia di questa piattaforma unica, e perché ritiene che il design grafico sia il mezzo migliore per presentare i brand.

Da gioco a business

Come il marchio stesso, anche 99designs è nata da un’idea molto semplice, con al centro il design grafico. Nel 2008, Matt Mickiewicz e Mark Harbottle, co fondatori dell’hub di web developer SitePoint hanno notato che su un forum di grafica qualcuno giocava a Photoshop Tennis.

I grafici si scambiavano immagini, dando vita a una vera e propria gara di design all’interno del forum. Il giocatore più creativo veniva dichiarato vincitore e, di solito, la partita finiva lì. I designer vi partecipavano solo per amore del design di alta qualità.

Ma per Mickiewicz e Harbottle questo gioco circoscritto è diventato il germe di un’idea che ha fatto loro immaginare una comunità di grafici a cui le aziende si possono rivolgere quando cercano un logo che esprima e rafforzi l’identità del loro brand. Tramite questa piattaforma, i designer avrebbero potuto ampliare il loro raggio d’azione e lavorare su progetti stimolanti e utili per la loro crescita professionale.

Oggi, 99designs mette in comunicazione la propria comunità di designer con progetti che vanno aldilà dei loghi e comprendono ogni tipo di design grafico, dai siti web alle copertine dei libri. Mantenendo al centro della propria attività i designer della community, 99designs ha finora fatto loro guadagnare 210 milioni di dollari.

“La nostra mission è aiutare le persone a creare progetti di design grafico che li facciano crescere. Per i designer, questo significa aiutarli a entrare in contatto con clienti e design di qualità, ovunque si trovino nel mondo”, ci ha spiegato McLeod. “Forniamo loro una fantastica piattaforma per trovare lavoro online.”

L’essenza del branding

Su 99designs, le aziende possono collaborare con i designer in due modi. Con i Progetti 1-to-1, il cliente viene abbinato a un designer affine al suo marchio: un’ottima soluzione per le imprese che hanno le idee chiare su ciò che vogliono. In alternativa, con un Contest di Design, al cliente vengono presentati vari concetti di designer di tutto il mondo. Questa è l’opzione ideale per chi vuole esplorare il design grafico da punti di vista diversi.

“Per un business, il marchio è l’essenza di tutto ciò che fa: come si presenta, come agisce e come comunica con i clienti, e con quanta coerenza lo fa”, ci ha spiegato McLeod. “I brand di successo si impegnano a fondo per mantenere la coerenza perché è quella che provoca la reazione emotiva delle persone, rafforzandone la fiducia, la lealtà e creando un senso di comunità.”

Per McLeod, la metodologia di attuazione del branding tramite il design è di importanza cruciale. “Non è un processo immediato, ma un percorso e noi siamo felici di aiutare le persone a trovare design che gli piacciono”, ci ha detto. “Da qualche parte bisogna pure iniziare, e il logo spesso è il punto di partenza per pubblicizzare un marchio tramite il design grafico.”

“Per le aziende, soprattutto le startup, è importante creare un logo che ne valorizzi il nome, il settore, i valori, la personalità e il posizionamento nel mercato. Solo in questo modo il loro brand attirerà l’attenzione dei potenziali clienti.”

Nel 2016, 99designs ha deciso di rinnovare il proprio brand e ha attinto alla propria comunità internazionale di designer per trovare ispirazione e spunti innovativi per il nuovo look della società. L’attuale logo è stato selezionato dopo aver vagliato più di 4.000 proposte di design. “La reazione della comunità è stata straordinaria, e noi siamo molto soddisfatti del risultato”, ci ha detto McLeod.

Questioni di comunità

99designs ha 120 dipendenti in tutto il mondo, tra California, Berlino e Melbourne, che appoggiano in pieno la cultura e i valori fondanti dell’azienda. “Design senza frontiere”, “Le persone al primo posto” e “Godiamoci il viaggio” sono alcuni degli slogan che li ispirano ed esprimono una filosofia aziendale basata sulla collaborazione creativa.

“La comunità di 99designs è veramente molto speciale”, ci ha detto McLeod. “Per noi, il nostro brand è tutto. Amiamo il design e ci piace veder nascere nuove idee. E questo traspare dalle nostre azioni e dalle interazioni reciproche quotidiane.”

Per favorire queste interazioni, gli uffici di 99designs sono all’insegna della creatività, con tocchi particolari come i tavoli da ping pong, i terrari e uno spazio dove consumare i pasti insieme. E ci sono tante altre iniziative per motivare il team.

Ogni anno, 99designs organizza il Celebrate Design Day, una giornata dedicata ai valori fondamentali dell’azienda. “Lo festeggiamo il 9 settembre e per noi è l’occasione per restituire qualcosa alla comunità, scatenare la creatività e fomentare l’entusiasmo per il concetto di design senza frontiere”, ci ha detto McLeod.

“È un ottimo motivo per ritrovarci insieme, riflettere e concepire nuove idee.” Inoltre, 99designs sceglie ogni mese un gruppo di organizzazioni no profit a cui destinare il proprio sostegno gratuito.

“Siamo molto attenti a come ci esprimiamo con gli altri; da come presentiamo le nostre offerte di lavoro ai design che selezioniamo per il retro dei biglietti da visita”, ha aggiunto McLeod. “Inoltre, se utilizziamo il lavoro di un designer, ne indichiamo sempre il nome. Dopo tutto, siamo qui per farli conoscere.”

Una visione condivisa

Poiché 99designs si basa su una forte identità di marchio, per Laura i Biglietti da visita MOO sono uno strumento fondamentale per comunicare i valori del brand.

“Per i nostri Biglietti da visita, abbiamo scelto alcuni dei nostri design preferiti dalla piattaforma Servizi Aziendali MOO”, ci ha detto McLeod. “Così mettiamo in mostra il talento dei nostri designer in tutta la sua diversità, qualità e varietà.”

“Dal punto di vista dello stile, riteniamo importante sostenere approcci di vario tipo, quindi ci piace creare un mix interessante e lasciare che a parlare sia la bravura dei nostri designer.”

“Lascio alle persone la scelta dei biglietto che preferiscono, e spesso fanno fatica a scegliere, perché sono tutti così belli. È stato un piacere ricevere i miei primi biglietti ed è un piacere darli alle persone perché incarnano perfettamente il nostro marchio.”

Raccontate la storia del vostro marchio con i Servizi Aziendali MOO

Da oltre un decennio, noi di MOO aiutiamo le persone a lasciare il segno nel mondo con prodotti di stampa di qualità eccezionale. E man mano che la nostra clientela è cresciuta, anche la gamma dei servizi che offriamo si è allargata. Ecco perché oggi offriamo alle aziende più grandi (con almeno 10 dipendenti) i Servizi Aziendali MOO, con tanti vantaggi extra per i clienti. Infatti, i Servizi Aziendali MOO offrono un mix di gestione degli account dedicata, una piattaforma per gli ordini online di facile utilizzo e servizi di design professionali. Si tratta di un pacchetto completo che dà alle aziende maggior controllo sul brand e maggiore coerenza. E allo stesso tempo, fa risparmiare loro tempo, soldi e stress.

Completate il modulo e un cordiale Account Manager vi contatterà.

Oggi fare acquisti online è diventato un gesto quasi automatico ma le cose erano molto diverse per i pionieri dello shopping online.

1. La banda larga non era diffusa

Sebbene la banda larga fosse disponibile già dall’inizio degli anni 2000, si trattava di un servizio costoso e riservato ai veri appassionati di informatica. Fino alla metà degli anni 2000, per molte persone navigare in rete costituiva un processo attivo più che una situazione comune. Bisognava connettere il modem al proprio computer e accedere ad internet utilizzando la linea telefonica, con scatti al minuto (e intasando la linea del telefono fisso).

Di conseguenza, ci si connetteva al World Wide Web quando si aveva un vero motivo per farlo, ad esempio per inviare e-mail o fare una ricerca specifica. La navigazione e la condivisione costantemente attive che conosciamo oggi sono modalità recenti con cui i venditori online cercano di farsi notare.

2. Si poteva scegliere soltanto tra eBay e Amazon

E questi due siti erano molto diversi da come li conosciamo oggi. Il principio cardine su cui si fondano le vendite su eBay o Amazon Marketplace non è cambiato molto da allora, ma il numero di utilizzatori è cresciuto vertiginosamente. Secondo i dati di BigCommerce, le vendite tramite e-commerce sono aumentate di oltre il 18.000% dal 1997.

3. Le qualità delle immagini è molto migliorata

Quando si voleva vendere qualcosa nel 2002 o giù di lì, bisognava cercare un sito che ospitasse le proprie immagini poiché la larghezza di banda era costosa e i siti di vendita all’asta non offrivano il servizio di hosting d’immagini gratuito. Generalmente si doveva quindi procedere a caricare le immagini tramite un servizio dedicato e poi creare un link. Inoltre, le immagini provenivano da macchine fotografiche digitali, dato che anche il cellulare più sofisticato non era dotato di una fotocamera decente, quindi era necessario collegare l’apparecchio al computer tramite cavo e scaricare le immagini.

4. Non esistevano gli smartphone

A proposito di cellulari, è strano pensare che fino a qualche anno fa fosse impensabile fare acquisti direttamente da un dispositivo mobile. I clienti potevano cercare prodotti dal computer fisso o portatile ma non sull’autobus o per strada! Fino a quando Apple non ha lanciato il primo iPhone nel 2009, gli smartphone non erano molto diffusi, figuriamoci quindi se venivano utilizzati per fare acquisti. Oggi le vendite tramite mobile commerce costituiscono il 30% dello shopping online negli Stati Uniti.

5. Prima dell’avvento dei social era difficile trovare recensioni

Facebook è nato nel 2004 ma soltanto alcuni anni dopo è passato dall’essere un network accademico di nicchia a una rete virale. Twitter è sceso in campo ancora più tardi, con il suo lancio nel 2007.

All’inizio degli anni 2000, quindi, il paesaggio social comprendeva i “Mi piace” di MySpace e Friends Reunited, nessuno dei quali era predisposto per recensioni relative a prodotti e servizi (era più facile trovare selfie emo e playlist di canzoni preferite che notizie relative a marchi e prodotti). Sebbene fossero già presenti siti di recensioni, il moderno ecosistema di marchi, utenti social e commenti relativi a prodotti non esisteva ancora.

6. Non esisteva il concetto di usabilità

I siti web del passato erano infestati di frame, applet e widget, che rendevano la navigazione difficile, soprattutto ai web designer meno esperti. All’epoca internet era uno strumento di nicchia pensato per fanatici del computer e non era ottimizzato per i principianti.

Di conseguenza, per un cliente riuscire a completare un ordine richiedeva una grande determinazione. Secondo uno studio condotto dal Nielsen Norman Group nel 2001, soltanto il 56% dei clienti che cercavano di fare acquisti online riusciva a completare con successo il processo di acquisto.

Oggi vendere online è una passeggiata rispetto a qualche anno fa, ma puoi sempre migliorare la tua immagine grazie a strumenti “fisici”, come un set di flyer da aggiungere alle confezioni destinate al cliente.

Cosa succede quando un’arte centenaria incontra le tecnologie più all’avanguardia?

I font sono onnipresenti. Se vi guardate attorno, vedrete sicuramente svariati caratteri tipografici in bella mostra su oggetti e prodotti vari. Per chi si occupa di design dei caratteri di stampa, creare un font che si adatti a metodi di comunicazione e superfici di vario tipo è un compito enorme che molti tendono a sottovalutare. E qual è l’aspetto più difficile? Il fatto che questi metodi di comunicazione sono in costante evoluzione.

Monotype's James Fooks-Bale

Come si prospetta il futuro dei font? Abbiamo chiesto a Monotype, una delle maggiori società di design dei caratteri di stampa, di formulare qualche previsione. James Fooks-Bale, Direttore Creativo Senior di Monotype, ci ha parlato di alcune delle nuove tendenze rivoluzionarie che influenzeranno i font nei prossimi anni:

Virtual Reality Fonts

1. Le tele virtuali e la realtà aumentata

I nostri dispositivi mobili sono sempre più sofisticati e richiedono font adattabili alle loro diverse dimensioni e specifiche per offrire agli utenti un’esperienza di utilizzo ricca e gratificante. Con il diffondersi dei dispositivi e delle applicazioni che utilizzano la realtà aumentata (AR) e la realtà virtuale (VR), Fooks-Bale prevede che sarà importante poter modificare le dimensioni dei font a livello multidimensionale. “Nei prossimi anni, sarà essenziale avere dei font che si adattino ai nuovi ambienti digitali. E questo non vale solo per il design dei caratteri, ma anche per la qualità del rendering e la leggibilità, che cambiano continuamente nei contesti di AR e VR. Da questo punto di vista, noi di Monotype siamo all’avanguardia.”

Variable Fonts

2. Font variabili

I font variabili sono font non statici in grado di reagire a diversi input. “Monotype ha visto emergere nuove gamme di caratteri variabili dal un potenziale illimitato e utilizzabili in tantissime situazioni”, spiega Fooks-Bale. I font variabili, ad esempio, possono cambiare a seconda dell’intensità della luce solare che batte sul dispositivo, dell’inclinazione dello schermo rispetto al viso dell’utente e del grado di movimento del dispositivo.

SST Font

3. Un font per ogni lingua

Creare un carattere che cambia di dimensione a seconda della lingua può sembrare una sfida enorme, e lo è. Ma Monotype ha deciso di affrontare questa sfida. “Il font SST è uno dei progetti più ambiziosi degli ultimi anni”, ci dice Fooks-Bale. I nostri designer hanno messo a punto dei glifi che si adattano a 100 diversi sistemi di scrittura in quasi 800 lingue. “Oggi i brand globali non hanno limitazioni geografiche e ambiscono a comunicare efficacemente le caratteristiche del loro marchio a livello mondiale. E le combinazioni cromatiche e di font devono adattarsi di conseguenza.”

Custom Fonts

4. I font personalizzati

Un conto è avere una brand voice, ma comunicare questa voce attraverso il marchio è tutt’altra cosa. A questo fine, sono molto importanti i font personalizzati. Nelle parole di Fooks-Bale: “I brand vogliono avere una voce propria e originale, che li differenzi dalla concorrenza nel loro settore.” Monotype offre un servizio di design dei font per aiutare le aziende a crearsi un’identità unica che corrisponda alla loro personalità e ai loro prodotti e servizi.  Se invece decidono di non adottare un font personalizzato, le aziende possono scegliere dal catalogo di Monotype, che comprende oltre 2.500 gruppi di caratteri. In alternativa, è possibile soddisfare le esigenze del brand modificando il design di un font già esistente.

Per Fooks-Bale, queste tendenze dimostrano che l’industria dei caratteri è vitale e in piena evoluzione. “Questo è uno degli aspetti più entusiasmanti del nostro settore. I font sono un elemento che deve evolversi, così come si devono evolvere le aziende, per restare innovative.”

Stampate i vostri font sui Biglietti da visita di MOO

Su Panopli artisti e designer hanno la possibilità di mettere a frutto il proprio talento, vendendo (e guadagnando) senza tanti grattacapi.

Creatività e fiuto per gli affari non vanno a braccetto – o almeno questa è l’opinione comune. Ma per gli imprenditori francesi Maxime Delmotte e Adrien Salamon, mettere le proprie conoscenze in fatto di economia al servizio della comunità dei designer è stata un’idea vincente.

È così che è nato Panopli, uno spazio virtuale dove artisti di tutto il mondo hanno la possibilità di vendere le proprie opere sotto forma di stampe d’arte, T-shirt e shopper.

Abbiamo scambiato due parole con Adrien: vi raccontiamo cosa ha spinto i due soci ad applicare il loro talento commerciale al mondo dell’arte, e come siano riusciti a farsi un nome tra artisti e acquirenti.

Come mai due studenti di economia si sono ritrovati coinvolti nel mondo dell’arte?

Io e Maxime, il cofondatore di Panopli, ci siamo conosciuti al primo anno di economia. Condividevamo non solo la casa, ma anche la passione per l’arte (pur non essendo artisti). Ci chiedevamo: come possiamo mettere le nostre conoscenze di economia al servizio di talenti creativi?

A furia di parlarne, abbiamo messo in piedi un’organizzazione studentesca per aiutare gli artisti a finanziare i propri progetti. Offrivamo anche servizi di contabilità e strategie di marketing. Nel giro di due anni eravamo già coinvolti in oltre venti progetti fra concerti, mostre e registrazioni di album.

Cosa vi ha convinto a espandere gli orizzonti?

Dopo la laurea ci siamo trasferiti al Cairo all’interno del team dei fondatori di Jumia (l’equivalente egiziano di Amazon). Quando siamo arrivati eravamo in dieci, quando siamo andati via in 150. Oggi Jumia è l’azienda trainante dell’e-commerce in Egitto.

Un’esperienza fondamentale, che ha rafforzato il sogno di unire le nostre due grandi passioni: il design e l’e-commerce. Così abbiamo deciso di tornare in Francia e abbiamo dato vita a un sito Internet pensato per aiutare i talenti creativi a vendere le proprie opere attraverso soluzioni di e-commerce alla portata di tutti.

Abbiamo creato Panopli.co perseguendo uno scopo ben preciso: aiutare gli artisti a guadagnare di più. Così facendo, loro possono dedicarsi al loro forte (creare), mentre a tutto il resto ci pensiamo noi.

Come funziona Panopli?

Il nostro obiettivo era creare un servizio dedicato, pensato per dare ad aziende come Cantoche o come Neon, due case di produzione europee, la possibilità di vendere prodotti di fascia alta basati sui propri design, ad esempio T-shirt e stampe d’arte. I prodotti hanno provenienza locale, e la stampa avviene su richiesta nei nostri workshop in Francia.

I venditori della nostra community si fanno pubblicità tramite i rispettivi store e sui social network. In aggiunta, mettiamo a loro disposizione un team apposito che li aiuta a promuovere le vendite, e organizziamo webinar dedicati agli artisti sulle tematiche del marketing.

Dopodiché il nostro team si occupa di realizzare, confezionare e spedire tutti gli oggetti commissionati per conto degli artisti, risparmiando loro l’incomodo di acquistare le scorte o fare avanti e indietro dall’ufficio postale.

L’unico esborso che riceviamo dai venditori è il costo di produzione del singolo prodotto. Abbiamo dedicato un anno intero a dare vita a questo servizio, ma oggi possiamo affermare con orgoglio che migliaia di artisti talentuosi lo utilizzano per vendere le proprie opere sotto forma di svariati prodotti.

Cosa vi motiva a insistere?

Su Panopli ci sono graphic designer che adesso si possono concedere il lusso di dire “no, grazie” a progetti gravosi, sapendo di poter contare sugli introiti provenienti dal negozio.

Alcuni usano questi guadagni extra per rinnovare l’arredamento dell’ufficio, altri per finanziare le mostre, e altri ancora per prendersi una vacanza. È bello sapere che grazie a noi gli artisti hanno più tempo per dedicarsi alle loro creazioni.

A sentir loro, siamo noi a sobbarcarci il lavoro sporco: creiamo gli shop online, realizziamo i prodotti, li inviamo, gestiamo il servizio clienti… Ma per noi questa è la parte facile: il grosso lo fanno loro.

In che modo utilizzate i prodotti MOO per la promozione dell’attività?

MOO ci è utile in moltissimi modi. Tanto per cominciare, non andiamo mai in giro senza i Biglietti da visita. Visitiamo tantissimi eventi, mostre, concerti, e incontriamo di continuo persone interessate a creare T-shirt a marchio o in cerca di una soluzione per vendere merchandising online.

In più, molti dei nostri venditori usano MOO per farsi promozione. Balibart, uno dei venditori più famosi che abbiamo in Francia, ha inventato una campagna molto originale: per ogni foto dei nostri prodotti con hashtag #balibartsengage pubblicata su Instagram o su Facebook, Balibart regala un prodotto a un’istituzione benefica francese. Per fare pubblicità alla campagna hanno scelto i Flyer, che alleghiamo a tutti gli ordini effettuati sul nostro sito.

E come non menzionare gli Adesivi? Li adoriamo, tanto che li appiccichiamo ovunque – confezioni, pc, smartphone…

Cosa consiglieresti a un creativo che desidera vendere le proprie opere?

Innanzitutto, direi che è più facile di quanto si creda. Non c’è niente da perdere, anzi, c’è la possibilità di generare guadagni in breve tempo.

Ai nostri venditori consigliamo di sfruttare i social network, di interagire con i clienti per capire cosa vogliono davvero. È importante anche fare squadra con altri artisti: collaborando si promuovono i progetti di entrambe le parti, e spesso e volentieri ci si diverte!

Chi l’ha detto che fare affari è noioso? Dai un tocco di creatività al tuo business con i nostri Biglietti da visita, Flyer e Adesivi!

Alcuni imprenditori fantasiosi hanno scelto di promuoversi sfruttando le MiniCard: una miniera di potenzialità, dai segnalibri alle targhette.

Chi gestisce un’attività, grande o piccola che sia, lo sa bene: l’esperienza del cliente viene prima di tutto. Non sai da dove cominciare? Impara dai migliori…

YEAHYELHSA

YEAHYELHSA è l’e-store di design dell’artista Ashley Olinger. Ashley opera a Pittsburgh e fra i prodotti del suo negozio online figurano stampe, adesivi e biglietti che esprimono la sua personalità frizzante… e il suo umorismo pungente. Nel tempo che non dedica al design e ai prodotti illustrati in vendita nel suo negozio Etsy, Ashley porta avanti progetti come freelance: è qui che emerge la sua passione per il design moderno, visibile nelle copertine di album musicali e nei loghi di sua creazione.

  • Yeahyehlsa postcard and envelope
  • Yeahyehlsa illustration
  • Yeahyehlsa art
  • Yeahyehlsa artwork
  • Yeahyehlsa stickers

Quando va a caccia di idee per nuovi prodotti attinge da varie fonti di ispirazione: dalle illustrazioni delle colleghe (soprattutto Lorien Stern e Tara Booth) alle forme e ai colori della frutta. Ashley trova sempre un modo per convogliare con brio e originalità i più svariati elementi di design nei suoi curiosi, ambitissimi accessori.

  • Yeahyehlsa mini business cards
  • Yeahyehlsa minicards with eyes

A ogni acquirente del negozio Etsy, Ashley invia una delle sue MiniCard personalizzate. “I miei lavori sono pungenti, imprevedibili; mi piace che i miei bigliettini da visita ne condividano lo spirito”, afferma Ashley. I clienti reagiscono con entusiasmo alle MiniCard incluse nell’ordine. “Spesso mi chiedono se le MiniCard sono in vendita. Credono che siano piccole stampe! Niente male, come risultato.”

Sorprendi i tuoi clienti con le MiniCard

 

Dani Williams Illustration

Dani Williams è un’illustratrice autodidatta. Armata di acquerelli, dà vita a evocative rappresentazioni della natura che affascinano amanti degli animali di ogni età. Dani abita nel Merseyside, Regno Unito. Le sue illustrazioni, sotto forma di stampe, biglietti di auguri, segnalibri e altri oggetti, sono in vendita in diversi negozi sparsi per la contea e sul suo negozio Etsy. L’amore di Dani per gli animali deriva dalla sua carriera da zoologa. Nel tempo libero si dedicava al disegno; poi, un giorno, si è resa conto che poteva unire le sue due grandi passioni.

“Quando facevo la zoologa incontravo tantissimi animali. Ho la fortuna di avere un ambiente naturale straordinario a due passi da casa: la mia ispirazione viene da qui”, ci racconta Dani. Una passeggiata nel bosco o in spiaggia, ed è subito un pullulare di nuove idee. Ma Dani ha lavorato anche nel settore museale: uno spunto che non si è lasciata sfuggire. “Molti dei miei design fanno l’occhiolino alla storia naturale, a illustrazioni nate in un’epoca in cui il mondo degli animali era ancora tutto da scoprire”.

  • Whale mini bookmarks by Dani Williams
  • Minicards used as bookmarks by Dani Williams
  • Mini business cards used as bookmarks by Dani Williams
  • Mini bookmarks by Dani Williams

Nel suo negozio online di stampe, Dani presenta i suoi lavori al pubblico e al contempo mette in vendita alcune illustrazioni. Ha scelto Printfinity per stampare diverse illustrazioni sul retro delle sue MiniCard: un nastrino, ed ecco creato un segnalibro! I bambini adorano lo stile di Dani, e le MiniCard sono l’ideale per questi piccoli fan. “Le MiniCard sono proprio a misura di manina”, afferma Dani. “Diciamocelo, sono davvero adorabili!”.

Conquista tutti con le MiniCard

 

Bowl Cut Ceramics

Bowl Cut Ceramics è un progetto in solitaria, nato dalla mente di Ricky Kwong. Nel suo studio prendono vita ceramiche di tutti i tipi, fra cui tazze, piatti, fioriere e sottobicchieri: oggetti utili, rigorosamente fatti a mano e infusi di vita. Ricky, graphic designer di professione, desiderava potenziare il proprio marchio sfruttando le sue competenze di marketing, brandizzazione e design. Bowl Cut nasce come una specie di esperimento, un tentativo di dare unità a questa mescolanza di elementi.

  • Bowl Cut Ceramics founder
  • Bowl Cut Ceramics founder at work
  • Bowl Cut Ceramics with mini business card used as label

Dopo aver studiato il proprio marchio, Ricky ha elaborato uno stile di ceramiche inconfondibile. “Il motivo della doppia striscia, estremamente netto e grafico, contrasta con le forme grezze degli oggetti fatti a mano”, ci spiega Ricky. “Dà uniformità alle mie creazioni e conferisce al marchio una forte identità visiva. Ho sviluppato ulteriormente questo concetto replicandolo nel design dei biglietti da visita e delle MiniCard, che uso come targhette”.

  • Bowl Cut Ceramics
  • Bowl Cut Ceramics with minicards used as product tags
  • Bowl Cut Ceramics with mini business card
  • Bowl Cut Ceramics mini business cards

A ogni prodotto che vende, Ricky lega una MiniCard formato targhetta con il marchio Bowl Cut. “Avevo bisogno di targhette discrete, non ingombranti, e al tempo stesso in grado di riportare tutte le informazioni necessarie”. Il design delle targhette, inoltre, riflette l’aspetto generale delle opere di Ricky. “I puntini bianchi e la doppia striscia sono il mio design distintivo: l’ho riprodotto in digitale e applicato alle targhette. Un abbinamento impeccabile!”.

Completa i tuoi prodotti con una MiniCard

Dai segnalibri ai cartellini dei prodotti: ecco come alcuni imprenditori hanno trovato un modo creativo per usare le MiniCard nella loro attività.

Quando hai un’attività, grande o piccola che sia, è sempre importante creare un’esperienza memorabile per i tuoi clienti. Non sai da dove iniziare? Ecco tre grandi esempi.

YEAHYELHSA

YEAHYELHSA è un negozio online di design creato dall’artista di Pittsburgh Ashley Olinger. La selezione comprende stampe, adesivi e cartoline che uniscono la sua personalità multicolor all’ironia. Quando non sta illustrando o disegnando i prodotti del suo Etsy shop, lavora come designer freelance, mostrando grande attenzione, modernità e sensibilità attraverso la realizzazione di loghi e copertine di album.

  • Yeahyehlsa postcard and envelope
  • Yeahyehlsa illustration
  • Yeahyehlsa art
  • Yeahyehlsa artwork
  • Yeahyehlsa stickers

Quando è alla ricerca di nuove idee, trova ispirazione attraverso diverse fonti. Che si tratti dei colleghi come Lorien Stern o Tara Booth o magari delle forme della frutta, Ashley scova sempre modi divertenti e innovativi per incorporare elementi di design nei suoi accessori collezionabili e divertenti.

  • Yeahyehlsa mini business cards
  • Yeahyehlsa minicards with eyes

In ogni ordine del suo negozio Etsy, Ashley include una delle sue MiniCard personalizzate. “Il mio lavoro è giocoso e imprevedibile, ecco perché credo che dei piccoli Biglietti da Visita siano perfetti”, spiega Ashley. Le sue MiniCard inaspettate suscitano sempre una sorpresa nei clienti. “Le persone mi chiedono di comprarle, perché pensano che siano piccole stampe, quindi immagino che la loro reazione sia super positiva!”

Rendi un acquisto memorabile con una MiniCard

 

Dani Williams Illustration

Dani Williams è una illustratrice autodidatta che usa gli acquerelli per disegnare animali e incuriosire persone di ogni età. Dani vende le sue illustrazioni come stampe, cartoline, segnalibri e altri articoli attraverso Etsy e in alcuni negozi della zona di Merseyside, UK, dove vive. Il suo amore per gli animali è nato nel periodo in cui lavorava come zoologa. Si dedicava ai disegni solo nel tempo libero, fino a quando ha deciso di fondere le due passioni in un solo lavoro.

“La mia ispirazione arriva dalla natura e dagli animali incontrati sia nella mia carriera di zoologa, sia fuori dalla mia porta”, ci racconta Dani. Basta una passeggiata nei boschi o nelle spiagge vicino a casa per trovare nuove idee. Anche la sua esperienza di lavoro nei musei l’ha aiutata. “Molti dei miei disegni si rifanno alle vecchie illustrazioni di storia naturale, quando le persone scoprivano gli animali per la prima volta.”

Il negozio online di Dani non solo mostra il suo lavoro, ma offre anche ai suoi clienti la possibilità di comprare le sue illustrazioni. Usando Printfinity, Dani ha trasformato molti dei suoi disegni in MiniCard e ha aggiunto un nastro per farle diventare segnalibri. Il suo stile piace molto ai bambini, cosa che rende le MiniCard ideali per ogni età. “Le mie MiniCard sono perfette per le mani dei piccoli”, ci dice Dani. “In più, ammettiamolo: sono davvero carine!”

Lascia il segno con le MiniCard

  • Whale mini bookmarks by Dani Williams
  • Minicards used as bookmarks by Dani Williams
  • Mini business cards used as bookmarks by Dani Williams
  • Mini bookmarks by Dani Williams

Bowl Cut Ceramics

Bowl Cut Ceramics è la creatura di Ricky Kwong. Dal suo studio escono creazioni di ceramica fatte a mano e molto funzionali, come tazze, piatti, fioriere e sottobicchieri pieni di personalità. Ricky è un graphic designer che ha deciso di applicare le sue conoscenze di marketing, branding e design al suo marchio. E pensare che Bowl Cut era nato come un esperimento…

Focalizzandosi sul suo brand, Ricky ha ideato uno stile di ceramica che è molto personale. “Mi è venuta l’idea del motivo con riga doppia in contrasto con le forme imperfette, per un effetto pulito e grafico”, spiega Rick. “In questo modo i miei pezzi sono tutti collegati e il mio brand ha una sua visual identity definita. Ho esplorato ulteriormente questa idea traducendola nel look dei miei biglietti e delle MiniCard che uso come etichette.”

  • Bowl Cut Ceramics founder
  • Bowl Cut Ceramics founder at work
  • Bowl Cut Ceramics with mini business card used as label

Ricky attacca una MiniCard personalizzata su ogni prodotto Bowl Cut. “L’etichetta doveva essere sottile, per non intralciare, ma anche abbastanza grande per contenere tutte le informazioni.” Il design delle etichette riprende quello degli oggetti in ceramica. “Il bianco con le macchioline e le due strisce sono la mia firma: ecco perché ho usato un design abbinato per le etichette. Si abbinano perfettamente!”

  • Bowl Cut Ceramics
  • Bowl Cut Ceramics with minicards used as product tags
  • Bowl Cut Ceramics with mini business card
  • Bowl Cut Ceramics mini business cards

Una lamentela di un cliente è sempre spiacevole, ma la situazione può risolversi e addirittura trasformarsi in un’esperienza utile. Ecco il nostro manuale di sopravvivenza.

1. Ascolta con attenzione

Assicurati di capire esattamente cos’è successo e perché il cliente è contrariato. Aveva delle aspettative che non sono state soddisfatte? Ad esempio, ordinando una delle tue fotografie si è confuso sul colore o sulle dimensioni dell’articolo? Oppure c’è stato un problema con la consegna di cui non eri al corrente?

Prestando attenzione allo scontento dei clienti e rispondendo in modo tempestivo alle loro e-mail e telefonate, dimostrerai che prendi sul serio il problema e che hai a cuore la loro soddisfazione.

2. Attieniti ai fatti

Incentra la tua risposta sui fatti. Naturalmente puoi esprimere il tuo dispiacere per l’insoddisfazione del cliente, ma rimani concentrato su quello che è accaduto e sul prossimo passo da fare. Può capitare che il cliente si lamenti di più cose, o che scriva una lunga e-mail su come si è verificato un problema. Se ci sono di mezzo molte emozioni, concentrarsi sui fatti ti semplifica la vita.

Lo stesso vale per le tue emozioni: potresti sentirti scosso o sulla difensiva dopo aver ricevuto la lamentela. Concentrarsi solo sui fatti può aiutarti a prendere le distanze dal problema e chiarirti le idee sul prossimo passo da fare.

3. Sfogati con un amico o con il tuo partner

La prima lamentela può essere un brutto colpo, e parlarne con qualcuno ti aiuterà a stare meglio. Sfogati con una persona fidata, possibilmente qualcuno di esterno alla tua attività. Questo ti darà modo di sbollire e di riacquistare la calma per poter tornare a comunicare in modo professionale con il cliente.

Se non hai nessuno nei paraggi con cui senti di poter parlare liberamente, prova a raccontare la tua frustrazione su un pezzo di carta, poi strappalo e gettalo via.

4. Fai un piano d’azione e seguilo

Una volta deciso come comportarti in risposta alla lamentela, sii coerente e comunica al cliente il prossimo passo, che si tratti di restituire l’ordine, inviare una foto, effettuare un rimborso o un’altra soluzione su cui vi trovate d’accordo.

Se la situazione si risolve, potrai basarti su quest’esperienza per sviluppare una procedura da utilizzare in futuro, se il problema dovesse ripresentarsi.

5. Guarda le cose in prospettiva

È facile lasciarsi trascinare in dispute su chi ha ragione e chi ha torto, ma conviene considerare la situazione dal punto di vista della tua attività. C’è qualcosa che puoi fare per evitare che il problema si ripresenti? Sul lungo termine, è più dannoso litigare con il cliente oppure dargli ragione anche se pensi che la lamentela sia infondata?

Col passare del tempo, potresti anche accorgerti che il feedback negativo interessa certi aspetti specifici, indicandoti cosa dovresti migliorare o cosa hai bisogno di comunicare in modo più chiaro. Per questo, è una buona idea tenere nota delle lamentele, salvando direttamente l’e-mail del cliente oppure scrivendoti un appunto.

Cerchi un messaggio riappacificatore? Che ne dici di questi adorabili adesivi?